Dead Man Down - Il Sapore della Vendetta

14/03/2013

di Niels Arden Oplev
con: Colin Farrell, Noomi Rapace, Terrence Howard, Dominic Cooper, Isabelle Huppert, F. Murray Abraham

Victor / Lazslo (notata la citazione cinematografica?) è al soldo di una banda di temibili criminali, ma anche se uccide a sangue freddo scopriamo presto che non è “cattivo”: è un immigrato ungherese che si è infiltrato solo per vendicarsi di Alphonse, che due anni prima gli ha ucciso per sbaglio la figlia e, perché non testimoniasse, la moglie. Un giorno Victor viene abbordato dalla vicina di casa, uscita deturpata da un incidente stradale: la ragazza lo ha visto uccidere e in cambio del silenzio vuole che lui la vendichi uccidendo l'uomo che, ubriaco, l'ha investita. Lui recalcitra, e intanto a complicare le cose ci si mette Darcy, un suo amico che fa parte della banda e che sta indagando sull'uomo che minaccia Alphonse...
Letta così sembra la trama di un film di John Woo d'antan, e ci immaginiamo che bellezza avrebbe potuto essere nelle sue mani. Invece la storia è finita in quelle del pallido Niels Arden Oplev (“noto” per aver diretto “Uomini che odiano le donne”, il che è già tutto un programma) che rimane, indeciso, nel limbo tra il film romantico e il film d'azione, trascinando con ritmi estenuanti la vicenda sentimentale in mezzo a una trama noir, per concludere il tutto con esplosioni ed esibizioni da supereroe degne di Bruce Willis.
Ma il vero responsabile del flop di una pellicola che pure qualche pregio presenta (se non altro la presenza tenebrosa di Colin Farrell e quella viscida di Terrence Howard) è lo sceneggiatore, tale JH Wyman. Tra situazioni a dir poco improbabili e siparietti sentimentali imbarazzanti (l'inutile figura della madre di lei, il tormentone della zampa di coniglio “color chartreuse”) ci regala uno svolgimento della trama zoppicante e posticcio e dialoghi che sfondano la soglia dell'umorismo involontario (mitico: “Ma come fa un ingegnere a conoscere così bene le armi?” “Ho fatto il servizio militare in patria”). Solo una dignitosa messa in scena (belle le location) e, come si accennava, degli interpreti in parte, salvano il film dal disastro. Appena sufficiente.

Voto: 6

Elena Aguzzi