Necropolis – La città dei morti

11/09/2014

di John Erick Dowdle
con: Ben Feldman, Perdita Weeks, Edwin Hodge, James Pasierbowicz

Dalla locandina: “Lasciate ogni speranza” (aggiungiamo noi: di vedere un film passabile)

Il romanzo Frankenstein (1818) fu ideato dalla scrittrice Mary Shelley durante un soggiorno in Svizzera insieme al marito Percy Bysshe, al poeta George Gordon Byron e a un dottore loro amico; per scommessa ognuno di loro avrebbe dovuto comporre un racconto “del terrore”. Immaginiamo che i due responsabili della sceneggiatura (il regista John Erick, insieme a Drew Dowdle) di Necropolis – La città dei morti si siano posti un obiettivo simile, con un’unica regola: produrre un pastiche che rubacchiando a destra e a sinistra sfiancasse anche lo spettatore più attento, annichilendolo sulle poltrone della sala cinematografica fino alla fine della proiezione.
Un po’ come avviene a scuola, quando gli studenti consegnano ricerche o compiti frutto di un dissennato, sterile e spesso evidente copia e incolla, il duo ha realizzato un guazzabuglio di scene, intuizioni e sequenze che plagiano o rivisitano pellicole assai diverse quali (citando a caso senza dilungarci troppo) I Goonies (saccheggiata senza ritegno), I predatori dell’arca perduta e le altre avventure di Indiana Jones, The Descent – Discesa nelle tenebre e, udite udite, il suo precursore Le porte dell’inferno di Umberto Lenzi. Un pizzico delle atmosfere visionarie dell’Aldilà e, se non ricordiamo male (la girandola di furti provocava un po’ di stordimento), di Paura nella città dei morti viventi di Lucio Fulci corona lo spettacolo.
Ma caschiamo dalle nuvole, perché pensavamo che per fare un film occorresse un po’ di più del semplice ammucchiare spunti (che non sono farina del proprio sacco) e spargere qua e là immagini inquietanti che non si capisce bene a cosa servano. Forse erano “appunti”, trovate da vagliare e sviluppare, e Necropolis – La città dei morti è in realtà ancora in lavorazione. Deve trattarsi di un errore grossolano.
Intanto, però, qualcuno informi i Dowdle che la loro infelice creatura è arrivata sul grande schermo così.

Voto: 5

Andrea Salacone