I due volti di gennaio

21/10/2014

di Hossein Amini
con: Viggo Mortensen, Kirsten Dunst, Oscar Isaac

Ad intrigare nei romanzi di Patricia Highsmith sono le ambiguità dei personaggi e dei rapporti che li legano, le loro zone d’ombra e la fascinazione del male. La Highsmith è abile nel far parteggiare per il colpevole, a lasciarne condividere i timori, in un miscuglio di repulsione e attrazione, che è ciò che avvertono i protagonisti tra loro così come il lettore. E’ ciò che attrasse Hitchcock, che da Sconosciuti in Treno diresse L’Altro Uomo – Delitto per Delitto, e che di questa suspense faceva il fulcro del suo Cinema. Ed è ciò che ha attratto Hossein Amini, sceneggiatore di polso (basti citare lo splendido Drive) che esordisce alla regia portando sullo schermo un suo romanzo minore eppure emblematico nell’esplorazione del lato oscuro e, se anche non celebre come la saga di Tom Ripley, riflette a pieno la psicologia contorta che marchia i suoi personaggi. Anzi, ad affascinarlo, fino alla decisione di farne un film, sono state proprio le loro contraddizioni, le lacune e le incompletezze emotive, gli errori che portano ad essere partecipi delle loro paure.
Al centro di I Due Volti di Gennaio c’è un torbido triangolo. Un giovane americano che lavora come guida turistica in Grecia resta coinvolto dalle vicende di una coppia di affascinanti turisti che, dopo un delitto accidentale, chiedono il suo aiuto per darsi alla fuga. Il giovane è attratto dalla bella e fragile moglie dell’uomo che si è rivolto a lui facendone un complice, ma ad attrarlo sono anche i segreti e l’oscuro passato di quest’uomo che in qualche modo gli ricorda il padre. E questi avverte a sua volta, nei confronti del ragazzo, un sentimento paterno e una rabbiosa gelosia che si fondono inestricabilmente. La loro relazione diviene un contorto intrico di complicità e rivalità, di attrazioni erotiche inespresse e legami tra fuggiaschi.
Un noir che ricalca, anche nella fotografia, le atmosfere classiche del genere e del Cinema degli Anni Sessanta. Un noir assolato che si abbaglia delle luci della Grecia, più accostabile a “Delitto in Pieno Sole” – che vedeva uno splendido Delon nei panni di Tom Ripley – che all’Italia patinata e cartolinesca di “Il Talento di Tom Ripley”. La Grecia del film di Amini è dapprima quella terra soleggiata di Dei che i protagonisti vogliono sfidare insieme ai capricci del loro destino, poi la strada polverosa di turisti fuggitivi senza scampo. E si conclude nei meandri del bazar di Istanbul, contorti come i sentimenti dei suoi protagonisti.
Gran parte del fascino del film è da attribuire a un meraviglioso Viggo Mortensen, con quel manto di attraente ambiguità che ben si addice ad un eroe amorale e maledetto.

Voto: 7,5

Gabriella Aguzzi