St. Vincent

16/12/2014

di Theodore Melfi
con: Bill Murray, Naomi Watts, Jaeden Lieberher, Melissa McCarthy

Vincent, pensionato misantropo e perdigiorno dedito all’alcol e alle scommesse all’ippodromo, si ritrova come nuovi vicini una donna separata da poco e il figlio. Suo malgrado, le loro vite si intrecciano…


Un racconto di John Cheever sfrondato della desolazione (ma non di una diffusa malinconia) e innestato in una storia che deve molto all’About a Boy di Nick Hornby, questo apprezzabile film di Melfi.
Anche qui i protagonisti, il ragazzino, Oliver, e Vincent, due outsider, si confrontano con le rispettive solitudini e imparano, come il Will e il Marcus di Hornby, che “nessun uomo è un’isola” (citazione che scomodava il poeta inglese John Donne) e che i legami tra le persone e i buoni sentimenti possono diventare validi sostegni per esistenze alla deriva: un rifugio durante le tempeste della vita (“Shelter from the Storm”… si veda più avanti).
Sciatto, cinico, burbero e all’apparenza profondamente egoista, Murray, reincarnazione perfetta di Charles Bukowski (alcol, donne e cavalli) che trova la sua Linda nella figura della spogliarellista Daka (bravissima Naomi Watts), offre un’interpretazione eccellente in bilico tra scontrosità e velata mestizia, con qualche incursione nel “politically incorrect” che evita le secche del buonismo da film natalizio.
Tra i numerosi momenti da ricordare, il piano sequenza finale con il nostro che canta il brano di Bob Dylan sopracitato (dallo splendido album Blood on the Tracks) mentre lo ascolta col Walkman, e la breve scena di ballo sulle note di “Somebody to Love” dei Jefferson Airplane. Ciliegina sulla torta, la bella colonna sonora che strizza l’occhio anche all’”indie” americano con pezzi di National e di Jeff Tweedy, dei Wilco.    

Voto: 8

Andrea Salacone