Suite Francese
12/03/2015
di Saul Dibb
con: Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Sam Riley, Ruth Wilson

C’è una storia tragica dietro Suite Francese, la storia della sua autrice, Irène Némirovsky, morta in campo di concentramento lasciando incompiuta una serie di romanzi. I quaderni manoscritti furono portati alla luce dalla figlia sessant’anni dopo. Il film di Saul Dibb si ispira, e racchiude in un’unica storia, le prime due novelle complete, riprendendo i temi dell’esodo dei civili da Parigi verso la provincia a seguito dell’occupazione nazista e la vita della cittadina di Bussy tra rifugiati e forze d’occupazione tedesca con al centro una dolcissima storia d’amore, che è invece tema del secondo racconto.
Nonostante la tragedia della sua autrice e l’ambientazione della storia, ci troviamo di fronte ad un racconto doloroso, ma lieve. Suite Francese ha la grazia sublime delle storie d’amore impossibili, vive di dettagli, di cenni, di frasi non dette, di sussulti, di attimi felici appena sfiorati, di cose che avrebbero potuto essere e non sono state. Racchiude tutta la poesia e lo strazio di amori separati dai confini e dalla Storia. Le psicologie, non solo dei due protagonisti ma delle persone che popolano Bussy, sono dettagliate e ricche di risvolti e sfaccettature, tratteggiate con mano delicata e senza retorica.
La protagonista vive prigioniera di una suocera rigida e austera, in seguito ad un matrimonio non desiderato, in un paese gretto che vede l’arrivo degli occupanti tedeschi e la fuga dei rifugiati da Parigi. Tre gruppi di persone che si incontrano in un clima teso, dove non tutti sono come sembrano, o sono mutati dagli eventi, e i rapporti non saranno più gli stessi. Anche la suocera, nel finale, non apparirà più nel sembiante di arpia. La storia vibra di impercettibili mutamenti, di emozioni trattenute, ed è ciò che la rende toccante.
Con splendidi interpreti - Michelle Williams, Matthias Schoenaerts e Kristin Scott Thomas – Suite Francese racchiude forza e dolcezza facendo vibrare le corde della commozione.
Voto: 7,5
Gabriella Aguzzi