Viaggio a Tokyo

23/06/2015

di Ozu Yasujiro
con: So Yamamura, Chishu Ryu, Chiyeko Higashiyama, Kuniko Miyake

Grazie, Maestro Ozu Yasujiro, per tutta questa bellezza, per la commozione, la dolcezza, per toccare il cuore con un Cinema a livelli sublimi.
Grazie alla Tucker Film che ha riportato sullo schermo sei memorabili capolavori girati dal grande regista giapponese tra la fine degli Anni Quaranta e i primi Anni Sessanta e restaurati dalla Shochiku. Tra il 22 giugno e il 22 luglio sarà possibile ammirare all’ Anteo e all’Apollo di Milano, e successivamente a Roma, un Cinema a cui non siamo più abituati, che ci restituisce la gioia di uscire dalla sala con la sensazione di aver visto qualcosa di veramente grande. Le sei opere che il progetto ha riportato alla luce sono “Buon Giorno”, visto in Italia solo in occasione del Festival di Udine dello scorso anno, e poi, per la prima volta in Italia, “Fiori d’Equinozio”, “Tardo Autunno”, “Il Gusto del Sake”, “Tarda Primavera” e il meraviglioso “Viaggio a Tokyo” che 350 registi hanno votato come il più bel film della storia del Cinema. “Mai prima di lui e mai dopo di lui il Cinema è stato così prossimo alla sua essenza e al suo scopo ultimo”, parola di Wim Wenders che lo ha celebrato nel suo Tokyo-ga.
Il “cinema gentile” di Ozu Yasujiro è fatto di cose piccole e immense, di tratti quotidiani e sentimenti universali, di tradizioni intrinsecamente e profondamente giapponesi in contrasto col nuovo e di valori eterni. Un cinema grandioso nel suo tocco lieve, fatto di dettagli, sorrisi, malinconie, che racconta la famiglia, la vita, la morte, le cose che non sono come dovrebbero essere ma la perfezione non è di questa terra.
Il suo Cinema invece la rasenta, e fa vibrare corde intime e segrete mentre ce lo dice con voce sommessa.
Il Viaggio a Tokyo di due anziani coniugi che per la prima volta si decidono ad attraversare il Giappone per andare a trovare i figli trasferiti in città è venato di pacata amarezza e rassegnata delusione. I figli non hanno tempo per loro, la vita distrae. Il rimpianto, le cose di cui non ci siamo accorti, il tempo che non basta, le occasioni mancate, un sorriso mesto, la dolcezza infinita della nuora, moglie del figlio morto in guerra, l’accettazione del dolore,  l'inevitabilità della morte, l’intimità dell’anziana coppia e l’indifferenza intorno, il sentirsi fuori posto, uno sguardo al mare... tutto scorre nel film di Ozu Yasujiro con la semplicità dello scorrere della vita. Ed è proprio nella semplicità, nella grazia di cogliere il vero, la sua magia e la sua immensa meraviglia.

Voto: 9,5

Gabriella Aguzzi