Little Sister

28/12/2015

di Kore-Eda Hirokazu
con: Ayase Haruka, Nagasawa Masami, Kaho, Hirose Suzu

l regalo di inizio anno è un film che per tocco magico e delicatezza di sentire ci porta ad affermare che Kore-Eda Hirokazu  può essere considerato a pieno titolo l’erede di Ozu Yasujiro. Come Ozu Yasujiro infatti coglie l’immenso in storie piccole di gente comune e scava nei sentimenti che si intrecciano ai legami di famiglia, ad amori non dati o giunti tardi.
Sachi, Yochino e Chika sono tre sorelle cresciute con genitori manchevoli: un padre che ha abbandonato la famiglia e una madre che ha scelto di portare altrove il suo rancore. Ognuna ha elaborato l’assenza a suo modo, la maggiore con la responsabilità di sostituire la madre con le sorelle e di prendere sempre la decisione saggia, la seconda cercando una vaga sicurezza in uomini sbagliati, nuovi lavori e il conforto dell’alcol, la più giovane troppo piccola per serbare ricordi e rimpianti. Vivono nella grande e poco confortevole casa dei nonni di cui rispettano l’ombra e le tradizioni. Alla morte del padre apprendono di avere una sorellina e la invitano a vivere con loro, forse inizialmente per rivalsa, ma restandone a poco a poco conquistate dalla silenziosa dolcezza.
Un film meraviglioso che si apre e si chiude con un lutto e al suo interno richiama sommesso alla vita. Quella vita che si coglie nel passaggio delle stagioni, nella corsa sotto i rami di ciliegio in fiore e nello stupore dei fuochi di capodanno sul viso incantato e bellissimo dell’adolescente Suzu, nella fedeltà ai rituali, negli affetti non detti. E’ la storia di quattro ragazze dall’infanzia negata. Come le tre sorelle Suzu è stata costretta dalla vita a crescere troppo presto e nel riserbato silenzio accetta il peso di una colpa non sua. Kore-eda, che già con Father and Son era entrato nella cristalleria dei rapporti famigliari col tocco più lieve, ci racconta una storia d’amore bellissima, quella dell’amore tra sorelle.
Nulla è enfatizzato nel film di Kore-eda ed ogni dettaglio è perfetto. Già dalle scene iniziali, nel diverso abbigliamento delle tre sorelle al funerale, intuiamo il carattere di ognuna di loro. La scelta di Sachi di occuparsi dei malati terminali è il tentativo di riscatto per essere stata a sua volta assente, perché il film parla anche di seconde occasioni. Ciò che conta è il non detto, quello che si nasconde dietro le frasi, un passato mai dimenticato e mai del tutto emerso, il desiderio represso di conoscersi di più, quelle persone mancate troppo presto, per destino o per scelta, e invocate inutilmente, quel grido di rabbia dalla cima della collina a cui nessuno può rispondere. Kore-eda omette (la morte non è mai di scena e eppure è presenza costante), sussurra, sfiora, commuove. E raggiunge il sublime, come in un coro a bocca chiusa.
 

Voto: 9

Gabriella Aguzzi