In amore niente regole

03/05/2008

di George Clooney
con: George Clooney, Rene Zellweger

C'erano una volta le Commedie Sofisticate: erano vicende sentimentali raccontate con brio, dialoghi scoppiettanti, un paio di gag apertamente comiche e un lieto fine inevitabile in cui il giovanotto finiva tra le braccia della ragazza che dapprima aveva trovato insopportabile ed ostile. Raccontate così sembrano delle idiozie, invece sono state il sale e il pepe del cinema anni '30-'40, anche grazie a registi quali Howard Hawks, Frank Capra, Ernst Lubitsch o George Cukor. Interpreti prediletti Cary Grant, Clark Gable o Gary Cooper. Con il dopoguerra il genere tramontò, per ritornare meno raffinato ma sempre divertente agli inizi degli anni '60 grazie alla faccetta antipatica e al brio comico di Doris Day.
Era quindi inevitabile che George Clooney, conclamato erede di Grant-Gable-Cooper, e Renée Zellweger, che più che una versione aggiornata della Day sembra la sua copia carbone, finissero con l'incontrarsi e recitare, per l'appunto, in una commedia sofisticata.
Dove non ci sono regole non è tanto nell'amore (dove, effettivamente, ogni colpo basso è permesso...) quanto nel football: è infatti il 1925, e il football professionistico non è altro che un rotolarsi in campetti di provincia, sotto lo sguardo attonito di una mucca, tirandosi gomitate e calci, nascondendo la palla agli avversari e ogni altro genere di scorrettezza pur di arrivare vincitori, seppure ci sia ben poco da guadagnare e le squadre falliscano a metà stagione. Il football dilettantistico universitario, invece, richiama migliaia di spettatori, soprattutto se a giocare è Carter “il proiettile” Rutheford, bravissimo in campo e pure eroe di guerra.
Sulle tracce del Proiettile si mette la solita giornalista in caccia di scoop: deve fargli confessare, smascherandolo poi pubblicamente, che in guerra non ha commesso alcun atto eroico. Senonché i passi di miss Lexie Littleron e di Carter Rutheford si incrociano nello stesso momento che tra loro piomba Dodge Connoly, vecchio giocatore di football che, per salvare la propria squadra dal fallimento, ingaggia Carter. Successo straordinario dei Duluth Bulldogs, ma complicazioni, anche sentimentali, in vista. Perché di Lexie si innamorano sia Carter che Dodge, perché Carter confessa a Lexie la verità, perché arriva un commissario allo sport che comincia a imporre regole al football, perché Carter firma per gli avversari più temibili dei Duluth.... Chi vincerà la partita? E chi la ragazza?
Clooney, nei panni di regista, sceglie uno stile appunto anni '30: non solo una perfetta e perfettamente godibile ricostruzione d'epoca (la scelta delle musiche è degna del miglior Woody Allen...), ma anche nella scelta di inquadrature semplici, come nei film appunto di Hawks (sarebbe stato facile cedere alla tentazione di movimentare di più le riprese delle partite, invece lui ha piazzato la telecamera ad altezza di giocatore, come in una ripresa televisiva d'antan), dando il compito di ritmare il tutto al montaggio (ovviamente non frenetico, ma in sincronia con la musica e le battute), ai dialoghi e agli attori.
Per quanto apprezzabile nei panni di Michael Clayton, è sui toni brillanti e sofisticati che Clooney dà il suo meglio, e se i tempi comici del regista coincidono con quelli dell'attore il risultato esilarante è garantito. Della Zellweger abbiamo detto: sembra nata per fare la parte della bisbetica da domare. Jonathan Pryce è un viscido agente come solo un inglese di classe poteva fare e l'ingenuo Carter è affidato all'emergente John Krasinksi, la miglior scelta possibile.
Unica pecca: troppo lungo. Le commedie migliori durano al massimo 90 minuti, qui si sfiorano le due ore, e alla fine si sentono. Certe situazioni sono tirate troppo, i dialoghi rischiano di afflosciarsi e la partita clou si rivela piuttosto ripetitiva e, per il pubblico europeo, addirittura oscura. Pazienza, è sempre un piacere, mr. Clooney.

Voto: 7

Elena Aguzzi