Gone baby gone

03/05/2008

di Ben Affleck
con: Casey Affleck, Morgan Freeman, Ed Harris

Nella periferia piccolo borghese di Boston scompare una bambina. La madre, si saprà presto, è una drogatella sgallettata quasi incapace di intendere e volere, ma la zia incarica una coppia di detective in erba perché affianchi la polizia nelle indagini contro il tempo (ogni ora che passa, e maggiore è la possibilità che la bimba muoia o scompaia comunque per sempre): l'inesperienza dei ragazzi è compensata, infatti, dalla conoscenza del quartiere e di chi vi abita. La polizia è alquanto cinica riguardo la loro presenza, ma comunque non li ostacola, e presto si arriva a una possibile pista.... Qualcosa però va storto, e col procedere della vicenda si alzerà sempre più il coperchio su verità scomode, pedofili, morti ammazzati, bugie e altre tristezze che lasceranno il protagonista col dovere di compiere scelte devastanti, e lo spettatore con una grande amarezza.

Voto: N/A

Anonimo

Non per nulla l'autore della storia è Dennis Lehane, lo stesso di Mystic River, che ancora una volta ci presenta un mondo cinico, fratricida, dove la scelta giusta a volte è quella più sbagliata e dove i bambini son sempre vittime. A dirigere, purtroppo, non è Clint Eastwood, ma un altro attore-regista, Ben Affleck. Per quanto lontano dal maestro, va però detto che proprio grazie a questo film toccante è riuscito a passare dalla categoria “un uomo, un perché” (guadagnata con le sue non brillanti interpretazioni) a quella di “golden boy” (già attribuitagli in passato per la sceneggiatura da Oscar di “Will Hunting”: evidentemente è assai più dotato dietro la macchina da presa che davanti). Qualche rallenty di troppo e il sospetto che sia troppo bravo ragazzo per affondare completamente i denti nella carne marcia, ma encomiabile per la misura con cui traghetta la storia, l'abile uso della suspense, lontano da ogni effettismo hollywoodiano, la precisione con cui sceglie volti e luoghi, il senso di delusione che sa trasmettere con poche parole e semplici movimenti di macchina, e la direzione degli attori: tutti quanti dolorosamente, perfettamente immedesimati coi loro ruoli, ma con una lode particolare al veterano Harris e al fratellino Casey (lo straordinario Bob Ford di “L'assassinio di Jasse James...”). Il finale sommesso, in bilico tra ottimismo e angoscia, è merito tanto di Ben quanto di Casey, col suo inarrivabile sorriso malinconico.

Voto: 7,5

Elena Aguzzi