Il petroliere - There will be blood

03/05/2008

di Paul Thomas
con: Daniel Day-Lewis,Paul Dano,Dillon Freasier

La fatica fisica di scovare e scavare il petrolio, il rischio, la melma, lo sporco oleoso che impregna abiti e pelle; e la sua fiamma devastante, l'ossessione divorante che procura. Gli affetti famigliari e i contrasti famigliari, tra padri, figli, fratelli, falsi padri e falsi fratelli. E poi il fanatismo religioso, il dolore, il denaro, la competizione, il tradimento, i delitti. Perché ci sarà sangue.
Incredibilmente distribuito dalla Walt Disney, “Il petroliere- There will be blood” è l'ultimo film di Paul Thomas Anderson, ed è bellissimo.
Inizialmente, il regista sembra mimetizzarsi dietro una regia sontuosamente “tradizionale”, dove la profondità di campo scava nel paesaggio come le trivelle, come scava nei sentimenti contraddittori del protagonista con primi piani illuminati spietatamente dal sole o che affiorano caravaggescamente dalle tenebre dei pozzi e della notte (splendida la fotografia di Robert Elswit). Poi lentamente il tocco personale viene a galla attraverso l'anima oscura dei personaggi, le coincidenze, i doppi, gli inganni, la passione che diventa avidità e l'avidità follia.
Eppure la storia è talmente semplice e lineare che non può nemmeno essere raccontata: un cercatore di petrolio mette le mani su un terreno estremamente produttivo e si trasforma in uno spietato e isolato magnate. Non è una caso che sia stato girato sugli stessi luoghi de “Il gigante”, ma la differenza di spessore si può riassumere tutta nell'inquadratura del volto di Daniel Plainview che si illumina famelico e febbricitante di fronte all'incendio del pozzo.

Se tutto il reparto tecnico è da elogio (oltre alla citata fotografia, le scenografie di Jack Fisk e l'insolita colonna sonora di Jonny Greenwood) e l'intero cast funziona, Paul Dano è semplicemente perfetto nel ruolo ambiguo del predicatore, mentre di fronte alla bravura di Daniel Day-Lewis ci si può solo inginocchiare commossi: forse solo nella scena finale cede alla tentazione del grottesco e strafà, ma senza di lui il film avrebbe perso la sua linfa vitale e sarebbe nato morto. Con tutto il rispetto per Francesco Pannofino, che gli presta ottimamente la voce nella versione italiana, di fronte a prove di questo livello ci rammarichiamo per la mancanza di abitudine da parte dei nostri distributori di far circolare alcune copie solo coi sottotitoli.

Voto: 9

Elena Aguzzi