Il treno per il Darjeeling

03/05/2008

di Wes Anderson
con: Adrien Brody,Jason Schwartmann,Owen Wilson

I tre fratelli Whitman non si parlano da un anno, da quando il padre è morto in un incidente, e le loro vite nel frattempo non sono andate a meraviglia. Il maggiore, Francis, si è sfasciato in moto ed è salvo per miracolo, Peter è in crisi per la prossima nascita di un figlio e Jack ha la vita sentimentale disastrata e la carriera di scrittore in declino. La madre, poi, si è da tempo rifugiata in India, dove dirige un monastero e non solo non è venuta al funerale, ma sembra rifiutare i figli. Così Francis pensa che un viaggio appunto in India, carica com'è di spiritualità, possa riavvicinare i fratelli tra loro, e alla madre. Ma durante la strada insorgono incomprensioni, contrasti e una serie di intoppi, taluni comici, altri tragici: perché per quanto programmato, un viaggio rivela sempre degli aspetti insoliti e imprevedibili.
Un classico film on the road, dunque, dove lo svolgersi della strada accompagna l'evoluzione interiore dei personaggi, e un dramma sulle dinamiche famigliari e, soprattutto, sull'elaborazione del lutto, ma dove i temi gravi sono trattati con leggerezza da commedia, dialoghi e situazioni brillanti e umorismo stralunato, ottimamente sottolineato dall'interpretazione “busterkeatoniana” dei tre protagonisti.
La regia è assai apprezzabile e ben ritmata, la fotografia di Robert Yeoman colorata e incisiva al punto giusto, le scenografie e le location di grande suggestione, il coro degli interpreti minori ben affiatato e le musiche sempre gradevoli.
Cosa non funziona, allora, pienamente? Diremmo il finale, o meglio la spasmodica ricerca di un finale, che pare ancora più difficile della ricerca che i protagonisti fanno su se stessi. Con l'inesorabile pericolo della retorica piagnucolosa sempre dietro l'angolo, il film annaspa per venti minuti di troppo ( e dura solo 90!) proponendo una serie di chiuse, alcune anche convincenti (la migliore: la carrellata su tutti i personaggi della vicenda intenti nel loro proseguire quotidiano), ma continuando invece ad andare oltre, verso l'ultima pacificazione, l'ultima spiegazione, l'ultima inquadratura. Trovata piacevole quanto insolita, il film è preceduto da un cortometraggio, Hotel Chevalier, che di per sé non offre molto, a parte un nudo di Natalie Portman, ma che nel corso del film seguente (infatti presentato come “seconda parte”) trova una serie di legami e spiegazioni.

Voto: 6,5

Elena Aguzzi