In
un film americano avrebbero spiegato lungamente
cosa ha reso il poliziotto Louis Schneider un
uomo finito e dedito all’alcol e il suo
legame con un tragico fatto di cronaca del passato
che oscuramente ritorna a galla. Ma ad Olivier
Marchal, nuovo artista del poliziesco francese
che con “L’Ultima Missione”
firma un film splendido, il suo più bello
e disperato, bastano un folgorante inizio, pochi
flash back che tornano a guisa di inquietanti
fantasmi, una scena di misurata e struggente malinconia
(la visita alla casa di ricovero della moglie)
e l’espressione intensa e distrutta di uno
straordinario Daniel Auteuil che, trasandato e
sfatto, ma testardo, offre qui la sua interpretazione
più memorabile.
“L’Ultima Missione” racconta
e lega, in una soffusa angoscia, fatti criminosi
del passato e del presente: un assassino stupratore
torna in libertà perché mutato e
corretto dagli anni di prigione (ma non c’è,
non esiste redenzione), mentre uno psicopatico
uccide e sevizia svariate donne. E il poliziotto
dalla vita distrutta, che non ha mai giocato secondo
le regole, cerca di dare a tutto una ragione,
scontrandosi solo con un’altra violenza
ingiusta, quella della polizia che tutto insabbia.
La narrazione procede alternando l’azione
dell’indagine e il desolato mondo di poliziotti
e vittime, affidata agli accostamenti del montaggio
e all’intrusione rapida dei flash back,
e se Marchal ha saputo dare nuova vitalità
ad uno dei generi più emblematici del genere
francese, la chiave è da trovare nello
struggimento che ha voluto imprimergli attraverso
storia e personaggi.
Alla fine passato e presente, colpe e ombre perenni,
rimorsi e solitudini (dagli animali delle vittime
alla ragazza che ha visto uccidere i genitori
e vivrà per sempre nella scia di questo
crimine) restano accomunati da un impotente nulla
a cui rispondere solo con lo stordimento della
bottiglia. O forse la soluzione sta nella MR73,
il revolver a 6 colpi in dotazione alla polizia
negli anni 70 (da cui il titolo originale del
film). E ancora una volta Schneider farà
a modo suo.
Voto: 8
Gabriella Aguzzi