
A
come atroce, doppia T come tavanata tremenda,
I come inguardabile, L come lago di sangue, A
come auguriamoci che finisca in fretta. La discarica
del mese ospita l’ultimo fallimento di Dario
Argento, “La Terza Madre”, un film
che, per dirla in termini tecnici, fa schifo sia
per l’abuso di splatter che per intento
artistico. Già vivere in Italia non aiuta
gli appassionati di Fantasy, quando poi ti ritrovi
di fronte a simili orripilanze, rimpiangi “Att-la”
di Abatantuono e “La liceale seduce il professore”
con Gloria Guida e Lino Banfi. Il belpaese è
talmente provinciale che anche i Quattro Cavalieri
dell’ Apocalisse si fermerebbero qui solo
per fasse du spaghi. Patetico tentativo americaneggiante,
ma più che altro imbarazzante, di horror
apocalittico, “La terza Madre” è
quanto di peggio si possa trovare nella storia
del cinema di tutti i tempi. Trama sconclusionata
e infantile, dialoghi irripetibili, pessima recitazione,
effetti speciali da Windows 98, trovate sceniche
commoventi, pretese a dir nulla velleitarie. Insomma,
tragico. Il maestro riprende una sua vecchia opera
e la ripropone nel modo più obbrobrioso
che potesse escogitare, confermando l’assoluta
incapacità degli italiani nell’ambito
dark. E poi quel continuo, ossessivo, odioso richiamo
all’iconografia dello stupro sta cominciando
a stancare (a me non è mai piaciuto, per
dirla tutta). Carina la terza madre, una modella
con i seni siliconati, e niente male la maglietta
che le conferisce potere: ricorda molto quella
che indossò Kylie Minogue in un concerto.
Il segreto per sconfiggere la demonessa? Basta
strapparle l’ antica maglia incantata, bruciarla
e aspettare che un immenso simbolo fallico in
cemento trafigga la bonazza da parte a parte.
E poi c’è chi si perde in formule,
circoli di evocazioni, antichi rituali esoterici!
Graziose anche le streghette punk che iniziano
a seminare il caos a Roma, una follia che porta
uomini e donne a strapparsi i capelli ma che non
impedisce ad un immacolato taxi di circolare durante
la notte senza il minimo problema. Fiumi e fiumi
di sangue per una boiata infima che non raggiunge
neanche a pregare la serie z, e che verrebbe battuta
praticamente da tutti gli horror giovanilistici
made in usa. Il genio è immortale, il talento
ha una data di termine, e Argento, forse, dovrebbe
cominciare a rendersene conto.
Voto: 0
Carlo Baroni

Finalmente la trilogia delle tre Madri del Maestro
del brivido all’italiana, Dario Argento,
con La Terza Madre ha avuto il suo finale.
La Terza Madre è un bel film girato con
maestria e visionarietà degna dei capitoli
precedenti che, ricordiamo, sono Suspiria ed Inferno.
Diffidate da chi dice che il grande regista romano
ha perso il suo tocco e la verve, certamente non
è il Dario Argento degli anni ’70
poiché sono passati oltre trent’anni
ed è passata tanta acqua sotto i ponti
all’interno del cinema horror e non solo…È
cambiata specialmente la nostra società,
in meglio o in peggio non sta al sottoscritto
dirlo, però non vedo il motivo per cui
un grande regista, come lo è Argento, debba
restare incatenato alle sue stesse opere.
Dario Argento ha fatto sempre cinema viscerale
lasciando aperto il suo lato oscuro come in letteratura
hanno fatto Edgard Allan Poe o H.P. Lovercraft;
le sue storie sono favole nere per adulti.
I suoi film sono incubi onirici grondanti sangue
e sostanze organiche, sono estremamente vitali
e provengono direttamente dal teatro del Grand-Guignol.
Se avessimo più film argentiani e meno
commedie insulse generazionali oppure film sonnacchiosi
ed innocui spacciati per opere d’autore,
il nostro cinema se ne gioverebbe senza ombra
di dubbio perchè il cinema è fatto
di fantasia, di sogni e quindi anche d’incubi.
La fantasia, i sogni e gli incubi sono alla base
del cinema argentiano. Basta con questa leggenda
metropolitana che il pubblico vuole rivedersi
sul grande schermo, questo concetto lo vogliono
far credere registi o scrittori che non hanno
molta fantasia e coraggio quindi si rifugiano
in un cinema fatto di quattro camere e cucina,
parlando essenzialmente di loro stessi; invece
Dario Argento ha fantasia e coraggio da vendere
e con questo film lo dimostra alla grande.
La storia è semplice in fin dei conti,
come molti capolavori horror che hanno trame relativamente
non complesse, vedasi L’esorcista di William
Friedkin oppure i film di John Carpenter.
Alcuni operai, nei pressi del cimitero di Viterbo,
ritrovano un'antica urna incatenata ad una bara.
L'urna contiene una tunica e alcuni oggetti appartenenti
a Mater Lachrimarum, la Terza Madre, unica sopravvissuta
di tre potenti streghe che nella notte dei tempi
spargevano terrore e morte. Le altre due Madri
risiedevano una a Friburgo (Suspiria) che era
Mater Suspiriorum mentre l’altra risiedeva
nelle viscere di New York (Inferno), Mater Tenebrarum…
Il risveglio della Terza madre scatena eventi
misteriosi e terribili che coinvolgono anche Sarah
Mandy, una studiosa di restauro, collaboratrice
e compagna del curatore del Museo di Arte Antica
di Roma. Sarah non può fuggire, ma l'aiuteranno
ad affrontare il pericolo lo spirito della madre,
una potente strega bianca uccisa dalla Terza Madre,
uno studioso di esoterismo e un commissario…Qui
mi fermo con il racconto, poiché un film
va visto, poi se è un film di Dario Argento
va visto e rivisto perché si tratta di
grande cinema allo stato puro, come quello di
Sergio Leone che, non a caso ha avuto come direttore
della fotografia Mario Bava… e i conti tornano!
Straordinaria la lunga sequenza girata a Stazione
Termini e memorabile il duplice omicidio della
coppia lesbica, di una violenza parossistica….Geniale
il personaggio della scimmietta che arriva precedendo
i delitti della Terza Madre…Probabilmente
la scimmia è un animale che Argento ama
inserire nei suoi film visto che è la seconda
volta che la usa. La prima volta è stata
in Phenomena, ma in quel contesto l’animale
era visto con simpatia poiché alla fine
l’omicida soccombe per mano della scimmia
armata di rasoio; mentre qui è una figura
diabolica ed anarcoide.
Ottima l’interpretazione di tutti gli interpreti
da Asia Argento, Philippe Leroy, Udo Kier, Daria
Nicolodi, Massimo Sarchielli, Moran Atias. Asia
Argento in questo film dimostra d’essere
maturata artisticamente e meriterebbe più
attenzione dagli autori italiani.
Correte al cinema, La Terza Madre vi attende a
braccia aperte.
Voto: 9
Ettore Calvello