The Front Runner – Il vizio del potere

21/02/2019

di Jason Reitman
con: Hugh Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons

Un film appassionante “The Front Runner”, che forse all’inizio stenta a carburare soffermandosi più del dovuto sui ritmi frenetici, sugli impegni pressanti da assolvere e sugli incontri imprescindibili a cui partecipare di cui è costellata l’attività del candidato Hart (interpretato da un bravissimo Hugh Jackman).
La prima parte è un po’ frastornante, ma rappresenta con indiscutibile efficacia le pressioni stringenti a cui sono sottoposti il senatore e il suo entourage, e il gravoso carico di lavoro e di responsabilità che devono sostenere.
Lo scandalo che compromette l’ascesa del protagonista è però, tutto sommato, non il primo motivo di interesse del film. In tempi in cui correttezza e integrità sembrano aver perso il proprio inestimabile valore, l’opera di Reitman non ci pare perseguire fini didascalici. Più che offrire allo spettatore lo spunto per formulare un giudizio sulla condotta di Hart (da una prospettiva puritana, la colpa di cui si è macchiato l’uomo è ovviamente imperdonabile), “The Front Runner” fa riflettere sul principio del diritto di cronaca, e sulla liceità di atti di sciacallaggio compiuti da giornalisti un po’ troppo zelanti.
Con le sue scelte audaci, arbitrarie o sciagurate, con gli equilibri da garantire o da rovesciare, con le decisioni difficili e/o crudeli da prendere (che scateneranno disapprovazione o entusiasmo), è la stampa (o meglio, certa stampa) ad essere al centro del film, ed è sul suo operato che siamo stimolati a ragionare, una volta usciti dalla sala.  
Oltre all’impeccabile interpretazione di attori quali J.K. Simmons, che cura la campagna elettorale del senatore, e Steve Zissis, reporter senza troppi scrupoli, è degna di nota anche la messa in scena della spiacevole situazione in cui si trovano i familiari di Hart (moglie e figlia), una volta che la notizia della relazione extraconiugale è divenuta di dominio pubblico.
In sequenze dai toni dimessi, lontano dai clamori della folla e dalla baraonda delle elezioni presidenziali, ci si confronta con gli errori commessi, e con le proprie umanissime fragilità. E sullo sfondo di una vicenda politica, il cinema ci mostra, ancora una volta, il mondo degli affetti come realtà che può essere intensamente emozionante quanto mutevole, tormentata e dolorosa.

Voto: 8

Andrea Salacone