Pallottole in libertà

29/05/2019

di Pierre Salvadori
con: Adèle Haenel, Pio Marmaï, Audrey Tautou

Storia come tante di un Dr. Jekyll e del suo Mister Hyde  (il lato buio e nascosto della natura umana) narrata nel film "Pallottole in libertà" del regista Pierre Salvatori, in uscita nelle sale il 30 maggio. Trasformazione “giustificata” (o meglio “scatenata”) da una condanna ingiusta a otto anni di prigione a carico di un Dr. Jekyll bravo perito orafo, Antoine, ingiustamente accusato di aver svaligiato il negozio di gioielleria in cui era impiegato. Poi, c’è il finto buono e vero cattivo nella figura di un poliziotto corrotto, Santi, che ha architettato il piano in combutta con il proprietario della gioielleria, per intascare il bottino e ottenere il risarcimento dell’associazione per il furto subito. Questo falso garante delle istituzioni, caduto per modo di dire “in servizio”, ha una bellissima moglie (anche lei ispettrice di polizia nello stesso commissariato), Yvonne, che da vedova per addormentare il figlio piccolo si inventa ogni sera gesta immaginarie molto fiction-pulp, in cui il marito miete vittime del crimine organizzato che ruota attorno al traffico di droga. Routine che si spezza per caso e per incanto quando sulla scena compare casualmente un "compare" del defunto marito che svela all'esterrefatta moglie la terribile verità, con rovinosa caduta del mito del poliziotto-eroe, che ha avuto diritto a una statua-kitsch nella pubblica piazza. Il seguito è una perfetta pantomima dei paradossi legati al contrappasso.

Il primo, in ordine di narrazione, è la mutazione di Antoine in un criminale violento e aggressivo, capace di fare sfracelli dando fuoco a eleganti ristoranti che si rifiutano di procrastinare l'apertura, o mandando all'ospedale gente innocente dopo aver rubato un portafogli, o rapinato disarmato piccoli negozi commerciali come una tabaccheria per  portar via solo un paio di pacchetti di sigarette, o qualche bevanda in un'altra occasione.  Ma anche Yvonne ha la sua bella trasformazione, facendosi l'ombra di Antoine una volta uscito di galera e tentando di espiare i propri complessi di colpa giustificando sempre e comunque le violenze gratuite commesse dal suo Hyde-side, senza nessuna pietà o comprensione per le vittime di lui che divengono anche quelle di lei. Nel frattempo, anche la spalla di suo marito, Louis, sviluppa il suo lato oscuro insidiando con successo la vedova del suo ex capo, tanto da non accorgersi dei killer seriali che si autodenunciano o di accogliere a braccia aperte rei confessi di omicidio. Il senso del dovere implode all'interno del campo delle passioni devianti: folgoranti sono le scene della retata dei cultori del sadomaso che sfilano in mise fuori ordinario, tirati a lucido nelle loro improbabili tutine nere aderenti, muniti di collari da galeotti medievali, o con i polsi fissati a pesanti catene, o mascherati alla Dart Fener con relativa alterazione della voce in rumore metallico.

L'opposto di Yvonne è Agnès la povera moglie di Antoine sottoposta agli choc successivi della mutazione conseguente al ritorno del suo irriconoscibile Hyde-side. Ma anche lei si adeguerà a convivere con il suo piccolo mostro assumendone per induzione i tratti della mente criminale, perché in fondo a una certa età, dopo aver aspettato digiuna d'affetto i lunghi anni di detenzione del suo amatissimo compagno, meglio un uomo spostato che nessun amante nel letto. Invece Yvonne vive il mito inverso di Icaro spogliandosi delle ali che la facevano volare, in modo da farsi baco nella terra umida, strisciando attraverso il fango di un rimorso del tutto innaturale, solo per aver vissuto e fatto all'amore con un traditore, tutto chiacchiere e distintivo. Finirà quindi, per sacrificare la sua coerenza di garante dell'ordine costituito, in modo che attraverso il delitto quel suo bruco possa divenire, espiata la pena immaginaria, una farfalla  con gli stessi colori di quando anche lei sapeva volare.

Voto: 7

Maurizio Bonanni