Riflessi di paura

03/10/2008

di Alexandre Aja
con: Kiefer Sutherland, Paula Patton, Amy Smart

Inizia come “Shining”: ex alcolista, in crisi famigliare, il protagonista (in questo caso un agente di polizia sospeso dal servizio dopo una sparatoria) cerca posto come guardiano notturno, ma il luogo è maledetto. Dovrò lottare contro i demoni che lo posseggono per trovare redenzione e salvare la propria famiglia e per non essere catturato dalle forze oscure che si sono impadronite del luogo. Il seguito sfocia poi dalle parti di “The Ring” quando, per scoprire la natura del mistero, l’indagine lo condurrà sulle tracce di una ragazzina indemoniata che è stata l’origine di una serie di orribili sciagure. Che all’origine di tutto vi sia un horror orientale è subito percepibile, nonostante la differente ambientazione (la vicenda si svolge a New York e le riprese si sono svolte a Bucarest, nel suggestivo edificio dell’Accademia delle Scienze che raffigura i Grandi Magazzini Mayflower distrutti da un incendio e che è il vero asso nella manica del film). Ed infatti “Riflessi di paura” è il remake del coreano “Into the Mirror”  (Geoul sokeuro) di Sung-ho Kim. Tutta orientale è infatti la credenza degli specchi come entità malevole che intrappolano le anime dei vivi od imprigionano quelle dei defunti, bloccando per sempre i loro spiriti. E anche le classiche falle che colpiscono gli horror orientali (una certa confusione nello svolgimento dovuta ai troppi elementi messi sul piatto, un finale che vuole essere a sorpresa ed è assolutamente prevedibile oltre che incoerente) si ripresentano.
“Riflessi di paura” presenta indubbiamente molte suggestioni ed un’atmosfera inquietante. I giganteschi specchi che proiettano sconvolgenti immagini del passato e manipolano la realtà, le impronte di mani che premono sulla superficie, il lugubre edificio con i suoi segreti a scatola cinese creano il brivido iniziale e la costante tensione, rimandando di continuo, quasi ossessivamente, il gioco di riflessi. Ma alcune scene platealmente splatter (Aja, il regista di “Le colline hanno gli occhi”, non si smentisce) e quasi grottesche (la maledizione degli specchi si spinge ovunque in modo rocambolesco) riducono il tutto al solito horror convenzionale e zoppo. Per non parlare poi della lotta col demone a colpi di pistola che puntualmente colpiscono anche le condutture del gas generando una nuova deflagrazione.

Voto: 5,5

Gabriella Aguzzi