Star Wars – L’ascesa di Skywalker

19/12/2019

di J.J. Abrams
con: Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o

Si chiude, dopo ansie e attese, delusioni e speranze, la nuova trilogia di Star Wars o, meglio, la Saga più celebre al mondo, iniziata nel lontano 1977. Oltre quarant’anni di avventure stellari avanti e indietro nel tempo, proprio come scansione narrativa, perché tra prequel, capitoli intermedi e rimandi ha preso, perso, compreso e riagganciato i propri eroi più volte, dando ad essi nuovi volti ed introspezioni. In bilico se compiacere maggiormente le nuove generazioni o i nostalgici, l’ultimo capitolo accontenta un po’ tutti e cerca di tirare le fila. Dopo il passaggio di consegne alla Disney, che un poco snatura, come spirito, la saga originale e con il naturale progredire degli effetti speciali, giunti a livelli veramente “stellari”, la Saga riesce a chiudersi in modo soddisfacente per spettacolarità innanzitutto, ma anche sul piano narrativo. E come la seconda Trilogia si chiudeva col suo capitolo più riuscito (“La Vendetta dei Sith”), così anche quest’ultima trilogia si conclude col capitolo migliore dei tre, riuscendo a tenere la tensione dall’inizio alla fine, a far sorridere là dove ci vuole per stemperare il dramma (impagabile, come sempre, C-3PO), a commuovere (non spesso, ma dove lo fa è centro), a stupire con continui colpi di scena e, in una parola ad emozionare.
Tornato in mano a J. J. Abrams, che aveva scritto uno dei capitoli più dark con l’uccisione di Han Solo, e dopo il deludente, dimenticabile e piuttosto insulso Gli Ultimi Jedi, ecco che L’ascesa di Skywalker  va ad aggiustare pezzi di trama raminghi e dove non è così facile va a ripescare qualche carta vincente dal passato per creare antagonisti validi.  L’impressione che serpeggia è che non fosse tutto disegnato dall’inizio, ma, tastato il polso del pubblico, rimesso in piedi tra una contraddizione e l’altra. Sicuramente prende un’impennata il personaggio di Kylo Ren che, da confusamente tratteggiato, si fa sempre più un ago della bilancia attirato dal Bene e dal Male, dentro e fuori il Lato Oscuro, ed oscillante tra i Poteri dei Jedi e dei Sith. Quello che suona forzato – senza fare spoiler – è il continuo riprendere personaggi dati per morti, sia che non fossero morti realmente (e meglio funzionavano per la trama), sia in forma di spiriti o ricordi, sia perché la Forza sopravviveva in loro dando ancora modo di manifestarsi ed altri stratagemmi accettabili in una Galassia lontana lontana: di fatto, però, è un incessante dirsi “oh no è morto!, ah non è morto!, oh è morto davvero!”. Forse eccessiva, infine, l’iniezione di ottimismo (se hai amici sfidi l’impossibile).
Detto ciò siamo davanti a 142 minuti di intrattenimento puro ed emozionante, imperdibili per chi ha seguito la Saga dal suo inizio e per chi non la vuole lasciar del tutto andar via. Perché anche se i veri protagonisti sono volti nuovi, quelli della terza Trilogia, con tutte le strizzate d’occhio ai nuovi gusti ed umori compresa una protagonista coraggiosa e cazzuta, ci sono citazioni e camei e tutto quanto a noi caro dell’universo galattico che popola i nostri ricordi,  volti vecchi che appaiono anche per poco, compresa la Principessa Leia che rivive anche dopo la morte della sua interprete, grazie al recupero di vecchi girati o, preferiamo dire, al potere del Cinema che in quanto a magia è pari a quello della Forza.

Voto: 7

Gabriella Aguzzi