Rifkin’s Festival

06/05/2021

di Woody Allen
con: Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel, Elena Anaya, Sergi López, Christoph Waltz 

Critico cinematografico in crisi creativa, coniugale ed esistenziale accompagna la moglie press agent al Festival di San Sebastian e rivive i suoi dilemmi attraverso le scene dei capolavori del Cinema. Al ritmo di un film all’anno per oltre 50 anni Woody Allen insegue e ripercorre i suoi temi ed ossessioni, si interroga sulla vita e la morte e sulle aritmie di quel “muscoletto labile” che è il cuore, e spesso, come in questo caso, affida il suo alter ego ad altri interpreti, qui Wallace Shawn, attore a lui caro.
Ritroviamo così un personaggio che ama il Cinema, che incrocia e sfiora chi condivide gusti e desideri e potrebbe essere l’anima gemella, che vorrebbe scrivere un libro, ma solo degno dei grandi. Lo osserva durante un Festival, come in Stardust Memories, spargendo ironia sui sedicenti artisti pieni di sé che ignorano il bagaglio dei loro Maestri. E così ribadisce anche l’amore per Bergman e Fellini, più e più volte citati nel corso della sua lunghissima filmografia. Ma qui c’è la scintilla che non fa di Rifkin’s Festival un film ripetitivo. Il gioco di rifare le scene celeberrime del grande Cinema, da Quarto Potere a Otto e Mezzo, da Il Posto delle Fragole a L’Angelo Sterminatore, da Jules e Jim a Il Settimo Sigillo, per portarvi dentro i problemi che dilaniano il protagonista è una goduria per i cinefili ed il tocco che lo rende delizioso. Per terminare con una partita a scacchi con la Morte che dispensa consigli salutisti.
Complici un dialogo sempre brillante e la fotografia di Storaro, Rifkin’s Festival segna un gradito ritorno in sala, spaziando dal tono dolce amaro delle vicende romantiche allo sguardo graffiante sul mondo degli intellettuali, sempre in perfetto stile Allen. Se da tempo Woody non azzecca più il capolavoro è tuttavia sempre gradevole ed elegante.

Voto: 7

Gabriella Aguzzi