Morrison

19/05/2021

di Federico Zampaglione
con: Lorenzo Zurzolo, Giovanni Calcagno, Carlotta Antonelli, Giglia Marra  

Il Morrison del titolo non è Jim, ma un locale romano per band emergenti che resiste da trent’anni. Ci passano ragazzi con tanta voglia di far musica e di sfondare, ma che temono la ribalta come Lodo, il front man dei Mob, ragazzo pieno di problemi e contraddizioni. Al Morrison le pareti sono piene di poster e locandine, come quella dei Tiromancino, e così Federico Zampaglione si autocita a inizio film, un po’ come Hitchcock faceva sempre la sua comparsa. E dopo le incursioni nel noir e nell’horror gira un film sull’ambiente che meglio conosce, quello della musica, raccontando di amicizie e incomprensioni che sfociano tra chi sta ancora sognando una carriera e chi l’ha lasciata alle spalle ed è ormai sul viale del tramonto.
Adatta così per lo schermo il proprio romanzo “Dove tutto è a metà” (là i Mob si chiamavano Bangers), scritto a quattro mani con Giacomo Gensini, e con Gensini firma la sceneggiatura del film. Un incontro casuale fa nascere l’amicizia tra il ventenne ed insicuro Lodo e Libero Ferri, pop star in declino senza più il guizzo creativo e la capacità di credere in se stesso. Successi, fallimenti, rabbia, scoramenti, voglia di ricominciare, fratture risanate e la musica che ha il potere taumaturgico di riunire tutto fanno da filo conduttore ad una storia gradevole, dai toni forse un po’ giovanilistici, fresca e malinconica, leggera e godibile, ma che non ha mai veramente la forza di decollare. Morrison mette a confronto due generazioni e due modi diversi di vivere la musica, solo sfiorando amarezza e cattiveria, cose che ci saremmo aspettati da chi quel mondo lo racconta dal di dentro e avrebbe potuto darne un quadro meno stereotipato.

Voto: 6,5

Gabriella Aguzzi