Non è difficile immaginare che succederà presto qualcosa di brutto, il film non può essere su una vacanza di famiglia in uno splendido resort e già sappiamo che l’esclusiva escursione alla meravigliosa spiaggia segreta andrà a finir male. Il mistero, caso mai, è sul come e il cosa accadrà. La parte migliore di Old, infatti, è quella che riguarda il sottile serpeggiare dell’inquietudine. Sta accadendo qualcosa di strano, di insolito, di irreale, probabilmente terribile, ma cosa e perché? C’è un delitto o siamo invece sul piano dell’horror, del soprannaturale? Cosa c’è che destabilizza i rapporti nel gruppo ma soprattutto le leggi naturali? O esiste una spiegazione scientifica e narrativa a ciò che agli occhi smarriti dei protagonisti e di noi spettatori appare sconcertante e inspiegabile? Shyamalan, sappiamo, è regista mai banale e dagli esordi ci ha sorpresi con rivelazioni inattese (Il Sesto Senso, Unbreakable, The Village) anche se poi col tempo ha perso l’iniziale mordente e ha mosso qualche passo falso.
Il difficile, semmai, è per noi recensirne il film senza cadere nello spoiler, anche se voci e trailer ne hanno in parte sciupato le sorprese. Non vi racconteremo dunque ciò che accade su quella spiaggia, né lo lasceremo trapelare. Diremo solo che Shyamalan gioca coi generi e coi suoi stessi luoghi comuni, rimescola temi a lui cari che si riaffacciano nel suo Cinema, e va oltre per farci riflettere, dietro la patina thriller, sul passare del tempo, gli inganni e la spietatezza della ricerca scientifica, i rapporti di famiglia che si consolidano o si sgretolano davanti a qualcosa di più forte e inesorabile. Se qualche “colpo di scena” è prevedibile o se qualche passaggio sul come uscire dall’incubo ricade nel convenzionale, l’impianto generale non lo è, e lo stupore resta sempre la parola chiave nel Cinema di Shyamalan.

Voto: 7

Gabriella Aguzzi