Beast

09/09/2021

di Michael Pearce
con: Jessie Buckley, Johnny Flynn, Geraldine James

Fine anni Sessanta, Isola di Jersey, nel bel mezzo del Canale della Manica: un microcosmo quasi perfetto, dove il conformismo, la normalità e la riservatezza (a qualunque costo) sono d’obbligo. Un paesaggio selvaggio, spigoloso, tra scogliere battute dal cento e boschi labirintici, contrapposto ai tranquilli sobborghi residenziali, cottage anonimi e giardini ordinati, protetti da siepi impenetrabili, quasi a nascondere i segreti indicibili che li abitano.

Jersey è l’habitat di Moll, incastrata tra una vita familiare frustrante, dominata da una madre ferocemente dispotica, e il suo lavoro di guida turistica per pensionati. Ma è anche l’habitat di Pascal, il cui intervento casuale l’ha salvata dalle molestie d’un ubriaco: bello, irrequieto, selvaggio, decisamente fuori dagli schemi, da subito affascina la ragazza.
Jersey infine è anche l’habitat della Bestia: un maniaco seriale, uno stupratore e assassino che ha già ucciso tre ragazze del posto: sospetti molti, pregiudizi anche, ma nessun indizio. Tra i memoriali di fiori e foto, e i titoli dei telegiornali che scorrono in sottofondo, lentamente la Bestia si avvicinerà alla storia di Moll e Pascal, in maniera imprevedibile.

La storia (sebbene non originalissima) risulta molto avvincente, per il modo in cui è narrata e per l’interpretazione assolutamente di prim’ordine di Jessie Buckley (Moll): tra uno stile quasi documentaristico e scene in soggettiva (molto intense), tra ossessive sequenze oniriche (inquietanti, ed efficaci) e dialoghi brevi, quasi sferzanti, lapidari, Pearce sceglie di momento in momento, di fase in fase del racconto, un linguaggio diverso, e l’insieme è sorprendentemente coerente e molto, molto coinvolgente.

Ognuno ha i suoi segreti e i suoi peccati, in questa storia: per alcuni sono solo schegge del passato, tormentose ma superabili, per altri sono invece feroci e imperdonabili. E Moll deciderà di non perdonare, sceglierà una sua morale, una sua etica personale, che non conosce compromessi, fino in fondo.
Apparentemente fragile ed esitante, ma in realtà tenace e implacabile, fa a pezzi le convenzioni e le ipocrisie in cui ha vissuto prigioniera fin là: innescata dall’incontro con l’outsider Pascal, la sua inesorabile rivoluzione travolgerà tutto e tutti, rivelandone la forza, la determinazione, la capacità di giocare fuori dagli schemi, da qualunque schema.

Senz’altro un film che va visto, e che sorprende per la sua forza e compattezza (e si tratta di un esordio…), Beast non è un racconto a tesi, non propone una morale (e se lo facesse, sarebbe il vecchio occhio per occhio), semmai un esempio, uno dei tanti. Ricco di musiche in perfetta risonanza con la narrazione, lascia alla memoria alcune scene indimenticabili (oltre al finale), tra cui le sequenze oniriche di Moll e il ritrovamento del terzo cadavere in un campo di patate.

E senz’altro un regista (e qui anche sceneggiatore) da tenere d’occhio: dopo un paio di cortometraggi di successo (Madrugada, 2008; Rite, 2010; e il più recente Keeping up with the Joneses, 2013) e qualche nomina ai BAFTA e BIFA awards, Pearce esordisce con il suo primo film, cogliendo nel segno (complice, lo ripetiamo, la splendida interpretazione di Jessie Buckley).

Voto: 9

Davide Benedetto