Spiderman - No Way Home
31/12/2021
di Jon Watts
con: Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon, Jon Favreau, Jamie Foxx, Willem Dafoe, Alfred Molina, Rhys Ifans, Thomas Haden Church, Marisa Tomei, Benedict Wong

Il film comincia esattamente dove era finito “Spiderman – Far from Home”: la sua identità viene svelata in diretta dal giornalista senza scrupoli J. Jonah Jameson (interpretato nuovamente da J. K. Simmons così come nella trilogia di Sam Raimi) accusato da Mysterio (Gyllenhaal) di un attentato a Londra. Peter Parker dovrà cercare di risolvere questo problema rivolgendosi a Dr. Strange (Cumberbatch) chiedendogli che tutti si dimentichino di lui così che tutto torni com’era prima. Mi è tornato stranamente alla memoria il titolo di un film del 2006, “Guida per riconoscere i tuoi santi” (è un piccolo gioiellino di Dito Montiel). Inizialmente pensavo che fosse solo un’associazione mentale, un volo pindarico tra il titolo evocativo e la necessità, per chi non li conoscesse, di districarsi nel multiverso della Marvel, coi suoi continui rimandi tra film e serie tv (sia quelle canoniche che quelle ancora in attesa di ascendere al paradiso). Poi mi sono reso conto che c’è un altro parallelo: “Guida per riconoscere i tuoi santi” ci racconta la storia di uno scrittore che, tornando a casa a New York, si trova a dover fare i conti con il proprio passato e arriva alla decisione di abbandonare una volta per tutte il Queens. Così anche questo film sull’Uomo Ragno ci racconta un confronto con il passato e un ritorno a casa del protagonista che diventa impossibile perché le persone cambiano e il passaggio dall’adolescenza all’età adulta è irreversibile. Ovviamente il parallelismo finisce qui ma questo è il nocciolo che spiega, a mio avviso, la fascinazione del pubblico verso un personaggio come Spiderman. La storia è nota: un teenager viene morso da un ragno radioattivo e acquista poteri straordinari dai quali derivano grandi responsabilità. Concetto che segna l’etica dell’Uomo Ragno e che viene impartita con una dura lezione dagli eventi che coinvolgono Ben Parker, lo zio di Peter Parker. Nelle due precedenti versioni di Spiderman, quella di Sam Raimi con Tobey Maguire prima e di Marc Webb con Andrew Garfield dopo, si raccontava l’Uomo Ragno proprio a partire dalle origini, e il passaggio dalla adolescenza all’età adulta era il fulcro della narrazione anche se, ovviamente, raccontata con una certa dose di leggerezza e infarcita da azione ed effetti speciali come ci si aspetta da un comicfilm. Nella trilogia di Jon Watts, invece, le questioni delle origini di Spiderman e della trasformazione di Peter Parker in un supereroe erano state completamente tralasciate, presentando in media res il personaggio e le sue avventure. D’altra parte, si disse, il fatale morso era già stato visto in due film e gli spettatori sapevano tutto (o quasi) di uno dei più noti personaggi dei fumetti. E invece questo terzo capitolo si concentra a raccontare proprio questo: l’origine dell’etica del personaggio, il passaggio dall’essere un adolescente scanzonato a un uomo con rimpianti, rabbia, dolore, ferite e un passato ingombrante con il quale fare i conti. Così Peter Parker chiede aiuto al Dr. Strange e cerca di far dimenticare a tutti la sua identità, facendo dimenticare tutto a tutti. Volendo soffermarci ancora sulla potenza della memoria e sul ritorno a casa torna utile un parallelismo con l’Odissea: all’inizio del suo interminabile viaggio Ulisse e il suo equipaggio approdano nella terra dei Lotofagi i quali offrono del cibo con la proprietà di far dimenticare tutti gli orrori della guerra di Troia appena terminata. Ma non è l’unica cosa che l’equipaggio dimentica: gli uomini di Ulisse perdono la memoria anche della patria e di casa. Ecco che chi dimentica non può tornare a casa. L’unico che ritorna è Ulisse ma è il ritorno di un uomo stanco, cambiato dal viaggio. Ci perdoneranno i classicisti se abbiamo chiamato in causa il sommo poeta Omero e chissà, alcuni si scandalizzeranno per aver accostato una delle massime opere della letteratura mondiale con un film di supereroi. Ma alla fine sono entrambe delle storie con caratteristiche universali con il potere di raggiungere persone di luoghi ed età diverse e questo, credo, sia una delle frecce all’arco delle storie di supereroi. Tornando al film di Spiderman si potrebbe parlare dei vari difetti ma tutto passa in secondo piano rispetto alla solidità della storia: e la lezione “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, finalmente, acquista un peso che prima nelle precedenti versioni mancava. La Marvel ha già informato che ci sarà una seconda trilogia, sempre con Tom Holland. E la prossima volta sarà un nuovo Spiderman. Infine sarebbe interessante fare una considerazione sui tanto temuti spoiler: forse mai come per questo film erano paventati e al tempo stesso erano previsti e di fatto svelati. Il segreto di Pulcinella meglio protetto della storia recente del Cinema.
Voto: 8
Emilio Lo Giudice Romanengo