Per puro caso abbiamo assistito alla proiezione di Venerdì 13 poco dopo aver rivisto Le notti del terrore (1981) di Andrea Bianchi. Ovvio che rispetto al titolo citato qualsiasi altro horror possa considerarsi un capolavoro di questo genere ancora tanto amato dagli appassionati. Il film di Nispel non c’entra niente con il misfatto di Bianchi, ma entrambi si rivolgono a un pubblico in cerca di emozioni forti, o quanto meno di un bel po’ di sano splatter. Tentativo fallito, a nostro avviso. Il ciclo dei Venerdì 13 aveva regalato al grande schermo un personaggio straordinario, Jason Voorhees – nell’olimpo dei “cattivi” del cinema della paura fine anni Settanta/anni Ottanta (e oltre) insieme ai colleghi killer Freddy Krueger e Michael Myers – ma già a partire dal terzo episodio la storia mostrava la corda. Ogni volta che si proponeva l’ennesimo “sequel” delle imprese di Jason, la curiosità, tanta (quanti ne farà fuori stavolta, e come?), veniva sempre rimpiazzata dalla delusione cocente.
Non sentivamo il bisogno di rivedere in azione il temibile omaccione con la maschera da hockey, ma per la prima volta gli siamo stati GRATI per aver eliminato i protagonisti: un gruppo di mentecatti (quasi tutti) bellocci (quasi tutti) insopportabili, che non sanno fare altro che sballarsi col fumo e spassarsela con l’altro sesso. Nispel offre allo spettatore un microcosmo antropologico “unidimensionale” di una banalità deprimente; se quella rappresentata dal regista è anche solo una piccola parte della gioventù americana, ben vengano schiere di emuli dei vari Voorhees, Krueger e Myers a fare un po’ di piazza pulita, anche se peccheranno di sessuofobia e moralismo. Non che i ragazzi e le ragazze di cui ci hanno raccontato a suo tempo i vari Sean S. Cunningham, Steve Miner, Joseph Zito e compagnia bella fossero particolarmente più interessanti, ma almeno non sembravano fatti con lo stampino, e mostravano perfino qualche imperfezione (non solo forme procaci e bellezza statuaria).
Inoltre, il Venerdì 13 del 2009 centrifuga senza un guizzo di fantasia scene e omicidi già visti nella decina di episodi precedenti; un compendio inutile che non è angoscioso e non fa paura; ripensandoci, quasi quasi è meglio l’abominevole Le notti del terrore… a proposito, che ne dite di un bel remake?
Voto: 5
Andrea Salacone