Se “Un Alibi Perfetto” suscita una curiosità è quella di riscoprire il quasi omonimo film (“L’alibi era perfetto”) diretto nel ’56 da Fritz Lang (titolo originale di entrambi “Beyond a reasonable doubt”) e confrontarne somiglianze e diversità.
Queste operazioni di semi remake intese a trasferire vicende e tematiche in epoca attuale lasciano non poche perplessità. Trama impeccabile (benché, a spettatori allenati, i colpi di scena risultino prevedibili e annunciati), ma tutto il bagaglio “moderno” (prove digitali, rocamboleschi inseguimenti in auto, il mondo del giornalismo televisivo) hanno un sapore posticcio, con un incipit in stile telefilm risaputo e giovani attori sciapetti.
Obbligatorio non raccontare la trama, perché lì risiede tutto il piacere del film che rispetta alla lettera tutte le regole del giallo senza mai barare. Tutto parte dal machiavellico piano di un giornalista per incastrare un ambizioso procuratore distrettuale che gioca sporco incriminando gli indiziati in base a false prove del DNA. E qui ci fermiamo, commentando che il personaggio di Michael Douglas è ben lungi dalla monumentale statura di un “Infernale Quinlan”, i personaggi si comportano in maniera scriteriata perché la storia possa procedere sui binari prestabiliti (perché, se devi produrre una prova cruciale, devi correre come un disperato all’ultimo minuto per presentarla, invece di tenerla ben a portata di mano?), i cattivi seguono in tutto il clichè di cattivi, l’eroina inseguita corre più veloce dell’auto che la insegue e, tanto per ribadire che siamo in epoca Obama, spetta ai neri salvare il tutto. Ma il punto più dolente è che se l’obiettivo principale era ridare vigore al genere noir, questo è mancato miseramente, perché del noir il modesto thriller di Peter Hyams non riporta né le atmosfere, né lo stile, né il fascino, né le ombre.
Torniamo dunque al punto iniziale: accantonando le trovate maldestre del regista sceneggiatore, sarà interessante rintracciare quanto della trama gialla ad abile incastro era presente nel film di Lang, se si avrà la lungimiranza di pubblicarne il DVD.
Voto: 5,5
Gabriella Aguzzi