Il mio amico Eric

10/12/2009

di Ken Loach
con: Steve Evets, Eric Cantona

Provaci ancora, Eric: così si potrebbe tradurre il titolo inglese “Looking for Eric”, parafrasando un altro ben noto titolo. Se infatti in “Provaci ancora, Sam” lo spirito di Bogart faceva da guida, aiutando nella seduzione e nel superamento dei complessi, alla galleria di spiriti benigni, proiezioni dell’inconscio, modelli e maestri di vita possiamo ora aggiungere un altro celebre protagonista: Eric Cantona. Il campione del Manchester United è l’idolo indiscusso del modesto Eric, dalla vita depressa e disastrata, che nelle conversazioni col suo amico immaginario ritrova la forza per dare orientamento a sé e alla propria esistenza, dalle ceneri di un matrimonio frantumato anni prima ai guai in cui si sono cacciati i figli.
Con questo film delizioso Ken Loach racconta la sua prima favola e ancora una volta ritrae la working class da sempre protagonista delle sue opere, ma abbandonando dolore e rabbia e scegliendo il tono lieve e sorridente della commedia. Il Calcio, anima appunto della working class inglese, evasione e antidoto alle frustrazioni del quotidiano, diviene il simbolo stesso del Sogno, l’alternativa di un mondo migliore, e forse la via stessa per provarsi a raggiungerlo (assieme ad altri valori ideali quali la fantasia e l’amicizia). E, come vedremo, è il gioco di squadra a vincere. Di film che ruotano attorno al mondo del calcio è piena la cinematografia inglese, che ora si arricchisce di questa piccola perla.
Segreto principale della sua riuscita è la presenza di Eric Cantona nel ruolo di se stesso, che si materializza davanti agli occhi stupiti e adoranti dell’altro Eric per fargli da spirito guida: il film è infatti partito da una sua richiesta e dalla sua passione cinematografica (si è già cimentato altre volte come attore) e gli è stato costruito attorno. I dialoghi tra i due Eric sono dei capolavori di umorismo sottile (un applauso alla sceneggiatura di Paul Laverty) e raggiungono l’apice con i proverbi sciorinati da Cantona: uno splendido duetto tra il carismatico campione e Steve Evets, azzeccatissimo interprete,  che ha il volto perfetto dell’uomo comune. E qui siamo al secondo segreto del film e, generalizzando, di tutto il cinema britannico: la sapienza nel dare realismo attraverso la scelta dei volti, dei luoghi, degli interni, dei dialoghi, lontanissimi dalle false patinature hollywoodiane, anche quando siamo ai confini con la favola.
Da vedere, e assolutamente in lingua originale. L’esilarante scena dell’avanzata dell’esercito di Cantona manderà in visibilio i tifosi del Manchester.

Voto: 7

Gabriella Aguzzi