In un momento di ritorno del Cinema bellico, ecco, sobrio e vibrante, un film di guerra in cui la guerra è tutta fuori dalle quinte, protagonista invisibile che appare solo attraverso le cicatrici lasciate e il suo ripercuotersi sugli animi dei sopravvissuti.
Il Sergente Will Montgomery e il Capitano Tony Stone sono i “Messaggeri”, ovvero coloro che hanno l’incarico di notificare le vittime di guerra ai parenti dei caduti. Per portare a termine questo compito orribile ma necessario occorre armarsi del dovuto distacco (nessun contatto con i familiari), una freddezza di cui il Capitano Stone (Woody Harrelson) si fa scudo così come del cinismo con cui ha mascherato la propria vita e i propri fallimenti. Ma Will (Ben Foster) non riesce a sottostare alle regole, perseguitato dai fantasmi del suo passato bellico e di coloro di cui porta il messaggio, incapace di fronteggiare il dolore che comunica di porta in porta.
Accanto al viaggio lungo le case delle vittime, accompagnato da scoppi di rabbia, di odio, di dolore rassegnato e contenuto o di angoscia impotente, vi è il viaggio verso la strana amicizia tra i due, apparentemente così dissimili. Se vivono in modo diverso il loro destino di sopravvissuti e se l’incontro con una vedova che scuote Will di un sentimento troppo partecipe rischierà di dividerli, le loro solitudini s’incontreranno. E Will, che cerca nel suo doloroso incarico di costante contatto con le conseguenze della morte una ragione di vita per uscire dal suo contradditorio inferno, porterà Tony a guardare in faccia le verità che ha cercato di soffocare.
Toccante e privo di retorica.

Voto: 7

Gabriella Aguzzi