The Road
28/05/2010
di John Hilcoat
con: Viggo Mortensen, Kodi Smit-McPhee, Charlize Theron, Robert Duvall, Guy Pearce
La Strada è quella che percorrono un padre e un figlio attraverso un mondo post apocalittico senza colori e la sopravvivenza è la loro unica meta. Il loro è un the road di sopravvissuti tra le rovine di un mondo distrutto abitato solo dalla disperazione di chi è rimasto a lottare. E’ un viaggio dell’anima di chi si aggrappa all’ultima scintilla di speranza e di amore.
Vagabondi affamati oltrepassano nel loro cammino carcasse di auto abbandonate, lande incenerite, case come roccaforti che nascondo pericoli ancora più orrendi di questo eterno percorso allo stremo delle forze, deboli ricordi di un gusto perduto per le cose. Ricordi che assalgono il padre come fitte, insieme a quelli per la moglie arresasi al destino che si è lasciata morire nel buio, mentre il figlio, nato in un mondo ormai alla fine, ne conosce solo la desolazione. Eppure il Ragazzo conserva ancora la fiducia in un’umanità spenta e la meraviglia per le cose, mentre il padre gli insegna la rabbia della paura, di chi lotta solo per sé in un mondo di lupi disperati e affamati. L’Uomo e il Ragazzo vagano verso un Oceano che ha perso il suo blu, tra alberi senza vita, in un mondo spento e immerso in un perenne grigiore, senza elettricità, né carburante, né animali. I pochi superstiti sono cacciatori spietati e cannibali, l’ultimo spettro a cui i due vagabondi rifiutano di arrendersi. Un’umanità che il ragazzo ha imparato a dividere in “cattivi” e “buoni”, quelli che come loro “portano il fuoco dentro” e che si rivela in pochi incontri smarriti, come il Vecchio sulla strada da sempre.
Non si conosce la catastrofe che ha generato tutto questo, il misterioso cataclisma che ha lasciato dietro di sé l’ombra del mondo che era, e questo silenzio accresce il senso di angoscia e di confusa paura che poi è l’anima del film. Un horror sui generis, cupo e suggestivo, dal forte impatto visivo ed emozionale, che ha il suo meglio nella rappresentazione di un desolato mondo ostile e incolore. Tratto dal romanzo Premio Pulitzer di Cormac McCarthy, l’autore di “Non è un paese per vecchi”, non è però totalmente riuscito. Una volta consumata la trovata iniziale, sembra ripetersi per due lunghe ore nello stesso racconto di vicissitudini lungo la strada infinita. Anche lo stesso romanzo, a differenza del precedente incalzante thriller, si rivela troppo intimista per essere materia di film. Che ne traduce la suggestione in immagini con una fotografia livida, ma poi sembra esaurirsi facendo leva solo sul carisma di Viggo Mortensen, talmente perfetto per il ruolo da far pensare che sia stato scritto per lui. Il piccolo Kodi Smit-McPhee regge straordinariamente il confronto con lui, con intensità sorprendente.
Voto: 6,5
Gabriella Aguzzi