London River

26/08/2010

di Rachid Bouchareb
con: Brenda Blethyn, Sotigui Kouyaté


Un piccolo, prezioso film che affronta le ferite ancora aperta degli attentati che hanno colpito Londra nel luglio del 2005 e lo fa in punta di piedi, raccontandoli dalla prospettiva intimista di una donna alla ricerca della figlia e un uomo, africano trapiantato in Francia, anche lui alla ricerca del figlio col quale non ha più avuto contatti da molti anni. Le loro strade si incrociano, dapprima con diffidenza e sospetto, poi con indifferenza, fino a condividere la paura, la mestizia, l’ansia, la speranza, il dolore, per tornare infine alle loro reciproche solitudini. Il tocco magico di Boucharereb sta nell’addentrarsi in questo mondo di vetro senza retorica, senza mai una sbavatura o una parola di troppo, con la forza della verità (i dialoghi sinceri, le facce da gente comune, gli angoli di strada di una Londra periferica e multirazziale, i momenti di una ricerca angosciosa, la confusione, i dubbi, i pregiudizi) e di due attori straordinari, dolenti, quali Brenda Blethyn e Sotigui Kouyaté, i cui volti lasciano un segno indelebile sullo schermo e nel ricordo (peccato solo che il film circoli doppiato, perdendo tutte le sfumature linguistiche). Rabbrividisco al pensiero di cosa sarebbe stato un simile soggetto in mano ad una produzione americana che avrebbe infarcito il film di star, di dialoghi improbabili e di lezioni sulla tolleranza. Invece questo film, perla di fine estate, di produzione franco-inglese-algerina, tutto sfiora e tutto lascia intuire con meravigliosa sensibilità, concentrandosi sui dettagli e su queste due anime smarrite. Sono le sorprese da cogliere in un momento in cui le sale traboccano di commedie sentimentali e di thriller assurdi. In London River tutto è sussurrato, discreto, sommesso tanto da toccare il cuore, struggente nella sua cruda semplicità.

Voto: 7,5

Gabriella Aguzzi