Neil Young Journeys

19/09/2011

di Jonathan Demme
con: Neil Young

Neil Young torna a Omenee, Ontario,  sua città d’infanzia per l’ultimo concerto del suo solo tour e, al volante di una cadillac blu del ’91, attraversa la città mostrando e raccontando luoghi e anneddoti  della sua infanzia, mentre la 35mm alterna primi piani dell’icona canadese  a inquadrature on the road della città.

“Volevo raccontare i sentimenti di Neil “ spiega il regista americano Jonathan Demme che ha confezionato  un documentario intimista mixando il Neil Young on the road e il Neil Young on the stage ( sul palco), in occasione dell’ultima tappa del suo “solo” tour 2011, al Massey Hall.
“Ohio”, “Down by the river”, “My my  hey  hey” sono solo tre canzoni del famoso repertorio targato Neil Young che sono state inserite in questo  elogio musicale e filmico del cineasta americano all’ormai amico Young.

Documentario introspettivo incorniciato da luci arancioni soffuse, Neil Young Journeys  focalizza l’obiettivo sul cantautore, mostrando la sua metamorfosi quando sale sul palco e, imbracciata la chitarra, canta e suona l’armonica a bocca.
Neil è completamente solo sul palco, fatta eccezione per una sedia, un pianoforte, l’asta del microfono e una statua indiana: Jonathan  Demme riprende il celebre cantante in mezzo a quest’essenziale scenografia che ricostruisce un piccolo nucleo familiare e intimo che lascia Young da solo con la sua musica.

Durante  “After the Gold rush”, Demme posiziona la cinepresa sotto il microfono, riprendendo il  primo piano del viso di Young e, in particolare, della sua bocca mentre canta e  urla le sue melodie, muovendosi a ritmo cadenzato. Durante l’esecuzione di “Hitchhicker”, Young canta e sputa involontariamente sulla macchina da presa e proprio quella goccia di saliva che rimane per tutta l’esecuzione della canzone segna in modo indelebile la passione e l’enfasi con cui Neil Young canta le sue melodie.
In “Leia”, il cantante canadese siede al piano e la cinepresa lo filma dal basso, mostrando la sua schiena e solo la mano sinistra mentre si vedono solo i tasti premuti della mano destra.

Con l’uso di tutte queste particolari prospettive di ripresa, Jonhatan Demme ha sicuramente lanciato un modo diverso di riprendere la musica, partendo “dai sentimenti e da ciò che sente “ il cantautore mentre canta e suona canzoni che raccontano sia la storia d’Ameriaca ( Ohio e la strage della Kent State  University) sia la sua storia personale, fatta di dipendenza da  droga, depressione e perdite importanti. 
Ciò che esce è un prodotto filmico che spiega e racconta il Neil Young più autentico e mostra il suo sguardo perso in un universo fatto di musica, colori e tendenze  che lo  hanno reso l’origine e il punto di riferimento dell’eccletico universo chiamato musica.

Voto: 7

Roberta Costantini