Diego Maradona

10/06/2019

di Asif Kapadia
con:

La macchina procede veloce attraverso le strade, vediamo in soggettiva la via che dall’aeroporto di Capodichino porta allo Stadio San Paolo, la periferia della città di Napoli non è tra le più attraenti e certo la visuale dall’auto non invoglia, ma in flashback vediamo il giovane campione, neo acquisto di Ferlaino, che scatena una rissa in campo a Barcellona, motivo per cui è costretto a lasciare la città e la squadra.
Lo stadio freme, la gente aspetta per festeggiare e di colpo Diego è là, tra i suoi nuovi tifosi.
Comincia così il docufilm di Kapadia su uno dei personaggi più controversi della storia del calcio e certamente uno dei più grandi calciatori di sempre. Il film racconta senza mai schierarsi l’ascesa e la caduta del “pibe de oro” nel periodo che lo rese famoso, quello della sua permanenza a Napoli.
I filmati d’epoca impreziosiscono un lavoro accurato e senza dubbio di grande valore storico, la crescita e la caduta vengono documentate senza filtri e senza interpretazioni di sorta, Maradona è sotto i riflettori e da subito si avverte la scissione tra Diego, il ragazzo che a 17 anni ha cominciato a pagare i conti per la famiglia col suo lavoro, e Maradona il personaggio, senza cuore e ingranaggio di una macchina più grande di lui che finirà per stritolarlo.
La parte più avvincente è senza dubbio quella dei filmati in campo, in cui si vede una squadra in zona retrocessione che viene a mano a mano costruita intorno al suo nuovo capitano. Un ragazzo di poco più di vent’anni che si trova al centro del bersaglio in una città allora oggetto di grandi attacchi razzisti. I cori dei tifosi delle città del nord, anziché demoralizzare il giovane talento, fungono da carburante per la sua rabbia e la sua voglia di riscatto da un’infanzia povera e senza speranze.
Maradona prende il sopravvento su Diego e da quel momento la squadra vincerà praticamente tutto quel che c’è da vincere. Per contro Diego, sempre sullo sfondo e ogni giorno più sperduto, finirà per soccombere.
Il periodo è quello delle grandi lotte intestine alla città di Napoli, la Camorra ammazzava in pieno giorno e nulla sfuggiva alle sue grinfie. In tutto questo clamore, Maradona viene facilmente avvinto dall’opulenza dei Giuliano che gli regalano la tanto agognata Ferrari e il Rolex che sfoggerà in conferenza stampa.
Il lavoro di Kapadia procede spedito e avvincente, la rappresentazione è cronologica e si fa presto a capire i motivi della caduta, la quale più che suggerita pare quasi anticipata dalle scelte inconsapevoli della Federazione durante i Mondiali di Italia 90.
Presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival, Diego Maradona è un documento fedele e avvincente che, nel raccontare la storia di un grande giocatore, tratteggia quella del bambino dentro di lui e della città intorno ai due. Napoli è protagonista quanto Maradona di questo ritratto, la città era allora nella morsa della delinquenza, come mai prima e certamente come mai più da allora; e attraverso la sola  rappresentazione dei fatti si intravede il desiderio di riscatto di un ragazzo e di una città che per un breve istante si sono incontrati, cambiando la storia di entrambi.

Voto: 7

Anna Maria Pelella