Costa Brava, Lebanon

21/12/2021

di Mounia Akl
con: Nadine Labaki, Saleh Bakri

Una famiglia, la loro silenziosa protesta, le implicazioni delle politiche ambientali: vi sono tante microstorie che gravitano attorno alla vicenda della famiglia libanese Badri e alla realtà del Libano contemporaneo ma una sola macrostoria, la loro: Walid il padre ecologista (Saleh Bakri), Soraya la madre ex cantante pop ed ex attivista (Nadine Labaki), Tala la figlia adolescente che vive isolata rispetto ai suoi coetanei, alle prese con la scoperta del proprio corpo (Nadia Charbel), Rim una bambina che fa homeschooling e prende tutto troppo sul serio (interpretata dalle due gemelle Ceana e Geana Restom), la nonna malata (Liliane Chacar Koury)  ma appassionata della vita e la zia (Yumna Marwa) che abita lontano. La regista libanese Mounia Akl, che ha curato anche la sceneggiatura in collaborazione con Clara Roquet, filma un family dramedy ecologista ambientato sulle montagne attorno a Beirut, in cui i Badri hanno ricreato il loro piccolo ‘eden’ con tanto di piscina, altana, orto, giardino e tavolo per pranzare fuori. Ma occorre allestire una discarica in questo angolo verde alle porte meridionali della capitale presentandola come una discarica 'green', a regola d’arte ed ecologica, nel nuovo Libano in cui solo il 20% dei rifiuti, fonti governative riferiscono, non viene differenziato. Walid riprende con la videocamera la fase della costruzione della discarica e soprattutto la sua messa in funzione per fare causa ma è tutto inutile. Nel frattempo si complicano le condizioni di salute dell’anziana madre e alla discarica, tra la puzza e gli uccelli spazzini che trovano lì il loro cibo, si susseguono gli incendi, summa della girandola della corruzione, tra azioni di sabotaggio e manifestazioni di protesta degli attivisti. Il lavoro della telecamera supporta fortemente l’intrusione nella vita pacifica della famiglia Badri mentre l'ambiente circostante cambia letteralmente da oasi verde a cumolo di immondizie maleodoranti.
Restare o andare? Resistere o scappare? I sentimenti si alternano tra i protagonisti: speranza, paura, desiderio, rabbia. Con un tocco di ironia e in alcuni tratti di poesia (come quando il protagonista immagina tutti i sacchetti della spazzatura nella discarica che salgono verso il cielo come lanterne o durante le scene notturne più oniriche e poco illuminate che occasionalmente diventano surreali), alternando accese discussioni familiari a momenti di piacevole quotidianità di una famiglia in regime di autosussistenza anticonformista, la regista, al suo primo lungometraggio, ritrae una storia che si compone di molti passati ma che non ha ancora un futuro certo, almeno per il Libano. Affrontando un problema che esplode durante la crisi della spazzatura di Beirut del 2015, quando le strade della città erano traboccanti di immondizia non raccolta, il primo lungometraggio della regista libanese Akl è un incanto sincero che si manifesta più acuto e più vero nella sua costruzione della relazione tra i protagonisti che nelle sue dichiarazioni più forti e politiche. “Costa Brava, Libano” è un solido film con un grande cast di attori, ognuno dei quali offre una magistrale performance, abbellito dalla musica delicata e con tocchi naturalistici della musica firmata Nathan Larson. Il film, già vincitore a Toronto del premio Netpac, presentato per la sua première a Venezia 78 e al TIFF Toronto International Film Festival, si è aggiudicato il Fipresci Award e il Green Star Award 2021 all’Elgouna Film Festival in Egitto e al BFI London Film Festival il premio del pubblico. Lo scorso 13 novembre si è aggiudicato il Reflet d'Or per il miglior lungometraggio al Festival di Ginevra (GIFF).

Voto: 7

Michela Manente