Refn in DVD: Valhalla Rising e Solo Dio Perdona

20/12/2013

di Nicolas Winding Refn
con:

Valhalla rising – Destino di sangue
Paese: Danimarca, Regno Unito
Anno: 2009
Genere: drammatico, epico
Durata:  88 min
Regia: Nicolas Winding Refn
Interpreti: Mads Mikkelsen, Alexander Morton, Gary Lewis, Jamie Sives, Ewan Stewart

 
Con “Valhalla Rising” Refn dà inizio alla sua ammirata ed ammirevole trilogia del silenzio, di cui fanno parte “Drive” ed il recente “Solo Dio perdona”. Mads Mikkelsen, presente solo in questo capitolo, passa il testimone a Gosling per i due successivi.
 
Nella sua settima pellicola, il regista mischia con ardore materia epica e psicologia, in un poco usuale action, crudo e diretto. Tutto gira attorno all’emblematico e sanguinario “One eye”, guerriero spietato, dal passato oscuro. Carattere ambivalente il suo, in parte figura messianica, in parte luciferina: un gioco di luci ed ombre da pelle d’oca, vuoi per il talento dell’attore, vuoi per una caratterizzazione atipica ed inconsuetamente lucida. Tema- fulcro è quello del perdono: un cammino di redenzione spinge i personaggi verso posti desolati e primitivi, un inferno incontaminato dove regna il dubbio. Ambientazioni suggestive ed immediate, il paesaggio diviene specchio dell’interiorità, la natura metafora del sentimento. Refn dietro la macchina da presa spaventa, in senso buono, e dimostra che per raccontare una storia non servono poi tante parole.
 
Non è tutta rose e fiori: a differenza delle soluzioni i stilistiche e tematiche, che hanno reso il precedente “Bronson” vero cult moderno, qui la qualità ha un retrogusto acidulo, come ogni frutto ancora acerbo. L’attenzione dello spettatore viene messa alla prova da riprese che per quanto mozzafiato, si dilatano all’inverosimile. Risultato: noia. Noia che colpisce troppo spesso in soli 90 minuti. Tra un incipit aggressivo ed un explicit poetico si estende un regno di piattezza e leziosismo forzato. Sperimentalismo ed originalità in un cinema che vuole definirsi d’autore, ma fatica nel farsi apprezzare. Taciturno.
 
Per i più pigri: il drammatico cammino verso la redenzione di “One eye” ed il suo giovane compagno di viaggio. , in un pellegrinaggio che il porterà ad esplorare luoghi primitivi e pericolosi… Refn, al suo terzo film in lingua inglese, non ha proprio voglia di sottostare all’implicito compromesso hollywoodiano: niente patti con lo spettatore, il cui compito è quello di riflettere e contemplare. Carica gravitazionale quella di Mikkelsen, che attira a sè ogni aspetto del concept. Elemento introspettivo fin troppo calcato: si perde di sostanza a favore di un astratto ed arzigogolato disegno; e lo spettatore si annoia. A volte un silenzio vale più di mille parole… A volte, appunto. Quieto.

Punto forte: ambientazioni

Data uscita DVD: 8 giugno 2011
Qualità audio: 8/10
Qualità Video: 8/10
Contenuti extra: trailer internazionale

Altre Recensioni di Valhalla Rising

Voto: 6,5

Simone Filippini

Solo Dio perdona
Paese: Francia, Danimarca
Anno: 2013
Genere: drammatico
Durata: 91 min
Regia: Nicolas Winding Refn
Interpreti: Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm

 
 
Bangkok: Julian (Ryan Gosling) gestisce un club di boxe assieme al fratello Gordon. In un attacco di violenza Gordon violenta e uccide una giovane prostituta, scatenando l’ira del padre di lei, che ricambia con la stessa moneta. Toccherà a Julian vendicare il fratello, sotto pressione della madre Jenna (Kristin Scott Thomas), verso la quale il giovane nutre una maniacale dipendenza. Le indagini lo portano a confrontarsi con Chang, detto “L’angelo della vendetta”, poliziotto severo e crudele. Si prospetta uno scontro tra i due, dal quale solo uno ne uscirà vivo.
 
Refn non smentisce la sua portata avanguardistica ed innovativa, a cui già ci ha abituati, nella creazione di “Only God forgives”. Con questa pellicola il regista pone fine alla trilogia del silenzio, iniziata con “Valhalla Rising” e proseguita con l’acclamato “Drive”.
 
Siamo di fronte al prodotto più criptico e introspettivo di Refn: un film atipico, che spezza convenzioni e aspettative, in favore di un approccio meta-linguistico e polivalente. Vero viaggio di formazione trasposto su grande schermo, che obbliga lo spettatore ad uno sforzo mentale ed interpretativo come pochi. La sceneggiatura si distanzia da qualsiasi standard mai concepito: si affrontano questioni ancestrali quali il complesso edipico e la ricerca dell’identità personale, avvalendosi di un linguaggio ipermoderno, estetico ed onirico. Inconscio e realtà si ostracizzano a vicenda nel creare una trama oscura, paradossale e cinica.
La forza del silenzio e della contemplazione muovono la pellicola in modo lento ma inesorabile, ogni inquadratura assume una funzione catarticamente essenziale. E qui Refn dà sfogo alle sue incredibili e visionarie capacità registiche, avvalendosi di interminabili carrellate sceniche e primi piani folgoranti. Una scenografia labirintica e monotonale mantiene personaggi ed eventi sospesi in un torpore scenico di grande livello.
 
Gosling ricalca il personaggio già interpretato in “Drive”: giovane asettico e complessato, succube della madre e del fratello; caratterizzato dalla non-azione e la non-parola, l’uomo si sforza di uscire dalla prigione materna nella quale è segregato, senza risultato. Ma è Vithaya Pansringarm il vero protagonista: l’”Angelo della vendetta”, così simile al Dio dell’antico testamento; giudice severo, implacabile ed astioso. A lui solo spetta  il potere decisionale, vita o morte, grazia o punizione. Interpretazione impeccabile ed intesa di entrambi.
 
Il dramma shakespeariano si mischia con l’iperrealismo: poesia cruda, quasi acerba, a metà tra ermetismo serrato e decadentismo fatiscente. Importanza fondamentale, la violenza: unico filone coerente in tutta la pellicola; una violenza che purifica e deterge passato e presente dei protagonisti. Sangue mai gratuito o fine a se stesso, ma allegorico. La fredda e cibernetica colonna sonora, poi,  non fa altro che rafforzare l’atmosfera delirante dell’intero concept. Un’intricata serie di sovrastrutture compatta il film in vivida esperienza pulsante, a cui probabilmente non siamo ancora pronti (nessuno escluso).
 
“Solo Dio perdona” rispecchia l’interiorità del regista,ed è questa l’unica pecca. Un’opera,‘ad personam’, intima e viscerale, a cui il pubblico può partecipare solo settorialmente, senza mai comprendere del tutto. Allucinato.
 
Per i più pigri: dopo l’assassinio di Gordon, il fratello Julian si prepara a vendicarlo per volere della madre. Il giovane incontrerà il poliziotto Chang, nel bel mezzo del suo cammino di espiazione, dovendo confrontarsi con lui in un combattimento  senza esclusione di colpi. Refn se ne esce con l’ennesima idea geniale, magistralmente diretta. Fotografia, colonna sonora, montaggio, interpretazioni e sceneggiatura di pura avanguardia, scivolando a volte in un leziosismo eccessivo. Feticistico.
 
Punto forte: regia

Data uscita DVD: 21 novembre 2013
Qualità audio: 9/10
Qualità video: 9/10
Contenuti extra: commento, dietro le quinte, trailer.

Voto: 8

Simone Filippini