Elling

05/01/2010

di Peter Naess
con: Per Christian Ellefsen, Sven Nordin

Scorrendo i dvd sugli scaffali, una serie lunga di film  mainstream  attira interamente l’attenzione. Titoli vuoti, o film di contenuto, costruiti facendo leva su elementi sensazionalistici, che mirano alle grandi emozioni. Poi, spostandosi verso l’angolo più polveroso della videoteca, e, sovraccaricando l’ernia di un ultimo sforzo,  ci si abbassa verso  l’ultimo scaffale, quello più vicino al pavimento, dove i ragni hanno già fondato una tribù maori dai favolosi anni ’80.
E lì, tra le varie tele-capanne degli aracnidi, scovi un gioiellino di film: “Elling”.
Sfornato dall’industria cinematografica norvegese, “Elling” ti apre ad un mondo delicato, attuale ma raccontato con ironica intelligenza. Basato sul romanzo “BrØde i Blodet” di Ingvar AmbjØrnsen, è stato candidato all’oscar come miglior film straniero nel 2002.
La storia di un bambinone, cresciuto sotto l’ala protettrice di una madre, forse troppo soffocante, che, alla sua morte, si ritrova in un ospedale psichiatrico. Come compagno, una sorta di Shrek norvegese, un  gigante buono tanto allergico al sapone. La loro avventura inizia con un appartamento ad Oslo, un assistente sociale di nome Frank e una lezione su come rispondere al telefono. La voce di Elling che spiega il suo passato e il suo presente, mentre vestito come l’ispettore Gadget gironzola per la città alla ricerca di se stesso, a ritmo di un passo cadenzato.
Un film intelligente, che ti fa sorridere, spesso ridere apertamente, presentando una realtà non semplice con la leggerezza dell’ironia. Film assolutamente da vedere e da usare come cornetto scaccia-sfiga davanti ai cine-panettoni targati De Sica & Hunziker. Personalmente, la mia parte l’ho fatta: il dvd ora è nella parte centrale, primo scaffale.
E il ragno-maori già ringrazia.

Voto: 9

Roberta Costantini