Justice League

29/03/2021

di Zack Snyder
con: Henry Cavill, Gal Gadot, Ben Affleck, Jason Momoa, Jared Leto, Ezra Miller, Jeremy Irons, Willem Defoe

Zack Snyder’s Justice League vede Bruce Wayne determinato ad assicurarsi che il sacrificio compiuto da Superman non sia statofatto invano. Con una nuova minaccia in arrivo dalle proporzioni catastrofiche, Batman chiede l’aiuto di Wonder Woman per reclutare una squadra di metaumani. Ognuno di loro, però, si trova alle prese con i demoni del passato, che dovranno riuscire ad affrontare per unire le forze e formare una squadra di eroi senza precedenti, anche se potrebbe essere troppo tardi.

Pochi registi, perlomeno ultimamente, sono tanto divisivi quanto lo è Zack Snyder.
Il regista americano è uno dei fulgidi esempi contemporanei di cosa si intenda quando si parla di cinema "d'autore". Dove con "d'autore" ci riferiamo quasi sempre ad una schiera di registi per lo più underground, che hanno fatto del lavoro di nicchia un marchio super personalizzato.
Qui invece ci troviamo davanti ad un caso completamente diverso. Snyder nonostante la vena pienamente autoriale è un regista molto ben radicato nella Hollywood pop, tanto da essere entrato (di diritto?) nel DC Universe con le stigmate del predestinato e aver raccolto in breve tempo talmente tanto consenso, da far dimenticare frettolosamente scelte controverse e richieste pervasive nei confronti dei Warner Studios.
E Justice League entra di diritto nel cuore della controversia.
E' il 2017 e nelle sale di tutto il mondo entra a spron battuto il compimento dell'epica Dc, Justice League. Cinefumetto megalitico che almeno sulla carta (e solo su quella) dovrebbe contrapporsi al lavoro svolto dai rivali della Marvel, prima con Civil War, ancor prima con Avengers e successivamente con Infinity War e Endgame.
Il paragone è affrettato e purtroppo risulta palese sin da subito, tanto che quello che ne rimane immediatamente dopo l'uscita è la storica rivalità tra le due case di produzione di cinefumetti , che ha sempre svolto negli anni un ampissimo ruolo di scontro tra fanbase (un po’ come, per fare un paragone videoludico, tra Microsoft e Sony) e poco più.
C'è da dire che la produzione di quel Justice League ebbe numerosi problemi in corso d'opera, in primis la defezione tragica del regista Snyder che per gravi problemi familiari ha potuto lavorare alla pellicola solo di rimando, lasciando con grandissima pena il compito di montare (o potremmo dire di fare una summa della visione Snyderiana) il film a Josh Whedon, che -poverino- si è trovato per le mani un film di cui non era la testa pensante e ha fatto ciò che poteva con quel che aveva.
Nonostante queste premesse la pellicola è uscita in pompa magna nei Cinema, non dopo una campagna pubblicitaria sì maestosa ma ancorchè anch'essa problematica per evidenti incompetenze a livello di grafica pubblicitaria. Quindi arriviamo nelle sale con la recente scottatura di Batman v Superman e con nonostante tutto un hype collegato alla figura mitologica del mondo Dc e di Snyder. Ovviamente le premesse furono completamente devastate.
Quello che l'utente medio trovò al cinema fu qualcosa di così raffazzonato tanto dal rendere il tutto assolutamente dimenticabile (un effetto simile credo lo abbia trasmesso solamente X-Men Dark Phoenix) e un insuccesso di dimensioni bibliche anche al botteghino. Fa pensare la cifra raccolta dal film. Sarebbe potuta essere la fine prematura di una visione avveniristica dell'epica DC.
La sconfitta è cocente e lo dimostra l'arco produttivo di quell'universo Dc che si stava in quel tempo formando. D'altronde tralasciando l'inaspettato successo di una buona pellicola come Aquaman sono stati anni di profonda riflessione e di ristrutturazione del brand e della visione Dc nel mondo.
La miglior manovra attuata, che potremmo dire ha salvato capre e cavoli, è stata proprio quella di continuare a credere nella visione complessiva di Snyder, quindi dapprima permettendogli di pubblicare una propria long version, director's cut di Batman V Superman e successivamente al buonissimo risultato di quest'ultima di lavorare sulla nuova director's cut di Justice League.
Stavolta sono stati commessi pochi, pochissimi errori degni di nota. La produzione ha visto risplendere una coerenza di direzione, accentrata sulla totale competenza di Snyder nel rendere finalmente viva la propria percezione dell'universo antologico DC.
Questa maestosa opera cinematografica è dapprima una grandissima opera letteraria e artistica. La narrazione, che in alcuni frangenti detta possibilità di opinione, è esasperatamente estetica, nel pieno stile del cinema di Snyder, come a voler abbeverarsi dalle acque dell'epica greca. Spesso drammatica, cupa e patinata.
Il profondo carattere esteta di Snyder qui raggiunge vette mai avvicinate. Un massiccio uso di computer grafica e slow motion portano su schermo fattivamente alcuni tra i più potenti supereroi in assoluta, sopratutto i loro poteri. Così tanto romanzati e quasi sempre dalla difficile collocazione cinematografica.
L'epopea cupa e cinica raccontata da questa director's cut è coinvolgente e mai annoia lo spettatore, tanto che le quasi 4 ore di pellicola scivolano via tra un combattimento divinamente gestito (tranne alcuni fotogrammi dei poteri di Flesh, che sono enormemente complessi da gestire) e innumerevoli scene eroico-tragiche che si collocano come dipinti dal sentimento post espressionista.
La fotografia in questa Opera è qualcosa di mai visto nel cinema di Snyder e forse mai visto nel Cinema in generale. Perchè nessuno ha mai usato i colori in un modo così drammatico, con tinte scure che spaziano dal grigio, al nero profondo, al blu vivido o al rosso cremisi.
Potremmo arrivare a dire che questo film è la summa poetica del regista e viene quasi semplice pensare che esso sia il figlioccio di quel 300, che ha permesso che l'epopea di Snyder prendesse così tanto il sopravvento, tanto dallo scrivere un vero e proprio capitolo personale nella storia contemporanea del cinema d'autore. Perchè di questo si tratta, della creazione di uno stile specifico con tratti riconoscibili e riconducibili alle opere che egli ha partorito.
Ognuno di essi ha donato qualcosa a questa Opera Tragica. In Justice League finalmente ritroviamo i colori e la drammaticità di 300, la comicità oscura di Watchman e la scorrettezza tipica di quel fumetto piuttosto che la narrazione patinata e uber femminista di Sucker Punch, dove il ruolo della donna acquisisce mascolinità e potere.
Per non parlare del valore artistico-sonoro, le cui colonne sonore hanno ispirato questo articolo. Per finire al valore umano. Gli attori che hanno permesso che questa opera divenisse reale e i supereroi acquisissero forma. Certo, niente di trascendentale a livello attoriale dal punto di vista recitativo, ma coerenti e centrati nella immersione scenica e fisica della visione artistica. Il Batman di Affleck è perfetto nella direzione artistica, nella narrazione profondamente gretta, cupa e drammatica, così come la figura del Superman magistralmente vestito da Cavill che calza con semplicità i panni di uno dei supereroi più complessi da portare su schermo. Così come è perfetta Gal Gadot nel ruolo di Wonder Woman: mai potremmo immaginare un altra Wonder Woman, se non la sua.
Degli altri supereroi si apprezza la narrativa, un po’ meno la performance. Ezra Miller si limita ad un Flesh molto simile allo Spiderman visto su schermo, piuttosto che il Quicksilver di Evan Peters, mentre Jason Momoa fa Jason Momoa, si limita a donare un corpo a Aquaman ma non spicca mai per interpretazione, così come Cyborg che inconsapevolmente si trova ad essere uno pseudo protagonista e riduce al minimo la recitazione.
E poi troviamo la chicca del restyling di Jared Leto nei panni del nuovo Joker. Che dona uno dei migliori dialoghi mai avvenuti in un film di supereroi. Piccola comparsata che dà adito a nuovi rumor nel suo coinvolgimento in progetti futuri, forse anche un nuovo stand alone, grandemente richiesto anche dal pubblico stesso, che ha molto apprezzato la nuova veste dell'iconico pagliaccio criminale.
Infine, Justice League è il prodotto di un amore che per un momento è naufragato per errori e drammi comuni e nonostante la forza del mare ha saputo fronteggiare le onde fino a risalire alle fulgide sponde di un'isola felice.

Voto: 8,5

Ivan Grossi