Antropophagus II
30/03/2022
di Dario Germani
con: Jessica Pizzi, Monica Carpanese, Giuditta Niccoli, Diletta Maria D’Ascanio, Valentina Capuano, Chiara De Cristofaro, Alessandra Pellegrino, Shaen Barletta, Lucio Massa, Alberto Buccolini
Con buona probabilità, a molti basterà il titolo per reputare l’opera di Dario Germani indegna di considerazione. Qualcuno, però, drizzerà le orecchie, memore dell’ “Antropophagus” diretto da Aristide Massaccesi/Joe D'Amato nel 1980. Un filmaccio diventato oggetto di culto, forte del fascino malsano sprigionato da alcune sequenze, e delle scene truculente ‒ per quanto artigianali, e a un passo dal ridicolo ‒ che lo caratterizzavano.
“Antropophagus II” ripropone il tema dell’antropofagia, ma cade in un errore imperdonabile per un film del terrore: non crea tensione. La mattanza è filmata con dettagli raccapriccianti, in un tripudio di sangue e frattaglie, scuoiamenti e mutilazioni davanti ai quali si potrebbe rimanere davvero di sasso. Un omaggio alle trovate più viscerali e biecamente accattivanti che hanno reso imperdibile, per gli estimatori, lo splatter italiano realizzato tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, con in più una libertà e un abbandono dimostrati dal regista che sembrano quasi sconsiderati ai nostri giorni.
Tuttavia, parte consistente del richiamo esercitato da film come quello di Massaccesi si trovava nella costruzione di atmosfere sinistre e lugubri; nella capacità di generare inquietudine con pochissimi mezzi, sfruttando al massimo le potenzialità delle location (case disabitate, edifici in disuso, sotterranei, ecc.); di trasmettere la sensazione di disfacimento, di rovina, o di minaccia incombente con poche, azzeccatissime inquadrature.
L’ambientazione di “Antropophagus II” è eccezionale, ma il bunker del monte Soratte è un luogo di per sé già molto suggestivo, e che incute timore. Lì dentro si sarebbero potute girare scene veramente terrificanti. Invece, si assiste a una poco interessante alternanza di delitti e alterchi tra le non simpaticissime protagoniste (fastidiosissimo il turpiloquio continuo dei dialoghi: chissà perché si è deciso di dotarle di mezzi espressivi così limitati).
Ragazze giovani e piacenti, i cui corpi vengono martoriati in modi inimmaginabili, ma mai mostrati senza veli (lo scrivevamo anche a proposito di “Scream” su queste pagine), e ciò continua a stupire. Gli stilemi dell’horror sono cambiati, e per intercettare lo sguardo dello spettatore si può ancora ricorrere alla violenza, anche esasperata, ma non al sesso. Tutto ciò potrebbe anche portare a qualche riflessione sul concetto di “mostrabile” ai nostri tempi, ma non è il caso di farlo per un film facilmente dimenticabile come “Antropophagus II”.
Più che una sorta di sequel ispirato alle nefandezze compiute dal mostruoso antropofago nella pellicola di Massaccesi, ci sembra che Germani abbia voluto rileggere i primi due “Non aprite quella porta” (soprattutto il secondo “episodio”) ibridandoli con “The Descent”, ottenendo risultati poco convincenti.
Un’occasione sciupata.
Voto: 5
Andrea Salacone