
Alcuni studenti della Buckley, prestigioso istituto losangelino, si preparano ad affrontare l’ultimo anno di scuola superiore, che si preannuncia eccitante e ricco di sorprese. Tali aspettative si rivelano illusorie, e una serie di brutali delitti sconvolge le loro vite.
Molte recensioni dell’ultimo romanzo di Bret Easton Ellis si sono soffermate sugli aspetti più evidenti della storia, e hanno rilevato la continuità con temi e motivi già ampiamente trattati dall’autore californiano.
La gioventù narrata in “Le schegge” gode di privilegi economici e sociali considerevoli, ed è dedita a passatempi elitari e futili. Ricchezza smisurata, auto di lusso, ville signorili con piscina, abiti griffati, droghe, alcol, sesso e feste sfrenate. E un serial killer a scompaginare tutto ciò.
Più che gli avvenimenti raccontati da Ellis, però, a colpire sono le reazioni del protagonista (lo stesso autore, che narra in prima persona) di fronte ai fatti raccapriccianti che invece la sua cerchia sembra, con grave noncuranza, ignorare o dimenticare facilmente, e la progressiva presa di coscienza della vacuità che caratterizza la vita degli allievi della Buckley, lui compreso.
Relazioni, amicizie, sentimenti: una messinscena (concetto ribadito nel corso del romanzo), di cui Bret è complice; per tornaconto personale, e per nascondere il proprio orientamento sessuale. Troppi i segreti da mantenere tra chi frequenta l’istituto.
Quando la soddisfazione delle proprie pulsioni con altri partner si intreccia con le vicende legate ai delitti, la realtà diventa insostenibile, e la fuga più immediata è lo stordimento provocato dai farmaci, espediente a cui il giovane ricorre spesso; anche per ovviare a una solitudine che si fa sempre più dolorosa.
Non privo di momenti ricchi di suspense ‒ ad esempio, le pagine che descrivono l’assassino all’interno della casa delle vittime sono fortemente inquietanti ‒ “Le schegge” ha caratteristiche tipiche del thriller, ma si rivela più che altro un romanzo di formazione. Una storia di ragazzi e ragazze debosciati, e della perdita di innocenza legata all’ingresso nel mondo degli adulti; al confronto con una dimensione in cui il benessere economico non può riparare dall’abiezione e dalla violenza.
Tra le trovate più riuscite per creare ansia e tensione nel lettore, il modo in cui Ellis tratteggia progressivamente la vulnerabilità dei giovani protagonisti (una sorta di “abbandono dorato”). Abitano in dimore principesche, e l’agiatezza permette loro di soddisfare qualunque desiderio. Tuttavia, il sostegno delle famiglie è, di fatto, del tutto assente. Non ci sono adulti in grado di ricoprire adeguatamente il ruolo di genitori.
A questo si aggiunga che le forze dell’ordine paiono assenti, o inefficaci, quando gli omicidi cominciano a essere compiuti.
Il meccanismo narrativo è, insomma, potente ed efficace, e la sensazione di minaccia incombente che serpeggia per tutto il testo contribuisce a rendere “Le schegge” un romanzo che avvince, e che non si dimentica facilmente.
Bret Easton Ellis
Le schegge
Einaudi
Traduzione di Giuseppe Culicchia