
E’ un’esperienza unica poter assistere alle rappresentazioni di Testimone d’accusa direttamente dal palcoscenico e, da spettatori, divenire parte dello spettacolo nel ruolo di Giurati. Si assiste al processo dal banco della Giuria, si è chiamati a dare il verdetto ed infine a ricevere gli applausi unitamente al cast. Quest’esperienza tutta particolare ed emozionante capita ogni sera a sei fortunati spettatori, scelti nel foyer da Lorenzo Vanità che interpreta l’Usciere. E’ l’originale trovata registica di Geppy Gleijeses che porta in scena (ora al Teatro Manzoni di Milano fino al 29 ottobre) il fortunato testo di Agatha Christie, il solito meccanismo perfetto ricco di suspense e carico di colpi di scena come nel perfetto stile della Regina del Giallo in assoluto.
Reso ulteriormente celebre dal film di Billy Wilder con Marlene Dietrich, Tyrone Power e un grande Charles Laughton, il copione della Christie, che trae spunto da un suo precedente racconto del ‘25 , è un mistery intrigante e perfetto ma anche una riflessione sul sistema giudiziario e l’eco di una dolorosa storia d’amore pur essendo punteggiato di un’ironia tutta british. La regia di Gleijeses si rifà al testo originale e non al film (che si era preso alcune libertà come introdurre il personaggio dell’infermiera interpretato da Elsa Lancaster e i suoi esilaranti duetti con Laughton/Sir Wilfrid), ma Vanessa Gravina, nel ruolo dell’enigmatica Roamine Heilger riproduce il freddo fascino della Dietrich e la ricorda anche nell’elegante look.
“La protagonista è tedesca ed è tutta Sturm un Drang contro il mondo inglese pragmatico – dice – E’ pregna d’amore e passione e la forza di questo testo è tutta nel plot, un dramma giudiziario con una grande dose di ironia dove nulla è come appare, nei personaggi, nella suspense e nel voler tirar fuori tutto il dark della natura umana.”
La messa in scena è sontuosa, la scenografia riproduce la severità di un’aula di tribunale alternandosi con lo studio di Sir Wilfrid, e sul palcoscenico giostrano ben 11 attori. La Gravina alterna fierezza gelida e passionalità, Giulio Corso nel ruolo di Leonard Vole mostra tutta la giovanile baldanza e la facciata ingenua (colpevole o non colpevole? ci si domanda costantemente assieme alla Giuria), Paolo Triestino è un austero Sir Wilfrid a difesa dell’imputato e Erika Puddu è assolutamente esilarante nel ruolo della governante.
Assolutamente da non perdere.