La malinconia vukoticiana per il cinema

07/07/2023

L’edizione 2023 del 73esimo Italia Film Fedic ha avuto, dal 21 al 25 giugno 2023, una madrina molto apprezzata per le molteplici interpretazioni al cinema come a teatro, diretta dai maggiori registi italiani ed internazionali: Milena Vukotic. Sguardo in giù, occhi grandi e malinconici fissi sul suo passato, atteggiamento riservato ma con l’aspirazione di essere ‘salutata’, la Vukotic ha accompagnato la Mostra del cinema di Montecatini per tutta la durata del festival, partecipando anche alle “celebrazioni”, è il caso di dirlo, di un’altra diva internazionale, Audrey Hepburn, che nella città termale toscana aveva soggiornato dopo le fatiche davanti alla macchina da presa di Vacanze romane, ma senza Gregory Peck, nel 1953, esattamente trent’anni fa.

L’attrice romana, con un passato da ballerina, ora quasi novantenne, ha appena terminato la tournée della pièce pirandelliana Così è (se vi pare), per la regia di Geppy Gleijeses, un grande viaggio interiore ed esteriore che le ha fatto vivere uno dei momenti artistici più intensi della sua lunga carriera. Lei, che ha vissuto le stagioni migliori del cinema italiano, ha raccontato durante gli incontri all’Italia Film cosa è mutato dagli anni Sessanta ad oggi: “Vivo con dolore il cambiamento. Il cinema è diminuito, la gente sta a vedere la TV. Non c’è il gusto di condividere e ci sono anche meno mezzi. Ma sono ottimista e spero che ricominci. Bisogna tornare al cinema e farlo. A teatro tutte le sere c’è l’imprevisto del pubblico e l’emozione. Io però sento la partecipazione anche in tutte le contraddizioni del cinema: fare l’ultima scena del film all’inizio, la notte per il giorno. Vivo al cinema il grande fascino del mistero. Il cinema è molto, molto importante per me, sia come spettatrice che come interprete”.

La Vukotic ha commentato i numeri in calo di presenze del pubblico nelle sale italiane, in tono non assertivo ma fornendo una personale, esitante, visione: “Non dipende dal pubblico, forse dalla situazione economica generale. Non ne farei un caso italiano. Dei colleghi francesi mi facevano gli stessi discorsi. La gente preferisce non rischiare e guardare la TV, le serie televisive, le TV private. È un delitto con tutto il talento che c’è in Italia! Ci trattano da parenti poveri mentre abbiamo da insegnare agli altri”.

L’attrice, resa famosa dal ruolo della moglie Pina nella saga fantozziana e, più di recente, dalla sua partecipazione in TV a Un medico in famiglia, ha raccontato alcuni aneddoti con i registi a lei più cari. “Avevo acquistato il libro di Buñuel. Ho girato un mese a Parigi con lui, poi volevo chiedergli la dedica sul libro di Gouache. Siccome sono timida non avevo il coraggio. Avevo il libro in camerino e non ho mai osato anche se lui era un giocherellone, era comunicativo. Ho finito il film ma non avevo avuto il coraggio. Quella notte ho fatto un sogno, qualcuno glielo porta e nel sogno lui scrive questa dedica: Siamo tutti uomini liberi. L’indomani decido di tornare sul set. Mi chiedono se avessi dimenticato qualcosa; anche don Luis lo chiede. Dico: ‘Don Luis. Pausa. Volevo chiedere di firmarmi il libro. Ho sognato che Lei scriveva: Siamo tutti uomini liberi ’. Lui risponde che doveva essere completamente ubriaco! E sul libro scrive: Siamo tutti uomini cosiddetti liberi ”.

Poi racconta del maestro romagnolo autore di Giulietta degli spiriti: “Quando vidi Fellini gli raccontai che dovevo girare con Buñuel. Lui si congratulò, si raccomandò di salutarglielo e aggiunse: ‘A proposito quanti anni ha Buñuel?’ Quando andai da Buñuel gli portai i saluti di Fellini, lui ringraziò e chiese: ‘A proposito... quanti anni ha Fellini?’. Si interessavano l’uno dell’età dell’altro a distanza”.

Infine l’attrice ha ricordato i colleghi attori che le hanno più insegnato il mestiere sul palcoscenico: “Non saprei definirlo bene. Ognuno prende un pezzetto del cuore. Direi Rina Morelli, ma una mia grande guida è stato Paolo Poli”. 

Michela Manente