
Il Festival che assegna il “Bergamotto d’Argento” (attribuito quest’anno al lungometraggio 999: the other soul of football del regista Federico Rizzo) ha chiuso lo scorso 5 agosto e si appresta, il prossimo anno, a diventare maggiorenne. Tanti ospiti, masterclass e presentazione di libri nell’edizione densa di molti contenuti culturali diretta dal nuovo Direttore artistico Massimo Spano, che ha portato il mondo del cinema all’Arena Waterfront e al Castello aragonese, con l’intento di agire diffusamente in città e riconquistare in futuro il Teatro Cilea. La madrina delle cinque giornate del RCFF, presentate dalla reggina Sabina Stilo, sotto la direzione di Michele Geria, è stata l'attrice di molti film di Monicelli, Ferreri e Risi, Ornella Muti, che ha raccontato al pubblico accorso alla scalinata monumentale alcuni aneddoti di cinema:
“Mi sono divertita con Giancarlo Giannini. Luigi Magni ci metteva a nostro agio e abbiamo girato in location meravigliose”.
E con Renato Pozzetto?
“È forse vero quello che si dice dei comici, che sono meno divertenti nella vita che sullo schermo. Renato è più calmo nella vita privata. Gli piaceva mangiare”.
Ci racconti di Paolo Villaggio...
“Un mito, intelligente, con testa. Con me è stato bene”.
Ha recitato anche con Gérard Depardieu (L’ultima donna di Marco Ferreri del 1976)
“Era un ciclone, girava anche due o tre film assieme. Uno che non è che non lo puoi notare”.
Celentano?
“Posiamo sorvolare? (ironica, ndr). Ci siamo molto divertiti”.
Ci dica di Citto Maselli e di Codice privato...
“In questo film sono la protagonista assoluta, è un film tutto sulla protagonista. Vi racconto cosa è successo. Ero incinta. Maselli mi ha seguita durante la gravidanza. Ho partorito e lui, dopo la mia famiglia, è stato il primo a venirmi a trovare. Abbiamo fatto il film assieme, una cosa meravigliosa, con un ampio piano sequenza. Oggi sono normali, Scorsese li fa da sempre. Lui volle delle gru, delle macchine da presa che non si usano normalmente. Nel film ero da sola e lui stava ai monitor. Un’esperienza pazzesca, tutti erano concentrati su di me. Lo scenografo era Marco Dentici. Maselli aveva chiesto sul set dei lumi argento”.
Come è cambiato fare cinema negli anni?
“Con la Arriflex sul set si sentiva rumore. La Panavision è stata uno shock, perché ha portato il silenzio”.
È stato difficile diventare Ornella?
“Potevo fare le cose in modo differente. Sono critica con me stessa”.
Che consigli darebbe a un giovane attore o a una giovane attrice?
“Non posso dare consigli. Gli avrei detto di studiare, io non lo ho fatto. Ero abbastanza timida da giovane. Oggi un agente è sufficiente... ma non so più come funziona”.
Il maestro Gerardo Sacco, per mezzo delle mani del sindaco della città calabra Paolo Brunetti, ha consegna un omaggio all’attrice; il gioiello dell’orafo è andato anche a Marco Risi, ospite alla serata inaugurale (Muro di gomma del 1991), e ai registi calabresi Fabio Mollo ed Aldo Iuliano, di cui si sono proiettati gli ultimi lavori rispettivamente My Soul Summer e Space Monkeys, alla presenza dell’attrice Souad Arsane.
Finiamo con un doveroso omaggio a Francesco Nuti.
Muti: “Era un toscano malinconico. Sfortunato. Ricordo il nostro film Stregati girato tutto di notte al porto di Genova in un giorno solo. Francesco era come appare, dolce. Anche Tutta colpa del paradiso (proiettato al Waterfront il 2 agosto, ndr) è stato girato in un luogo particolare, un rifugio. Sempre set faticosi ma quando la troupe è unita tutto funziona. L’atmosfera di un film la dà il regista. Lui era così come lo vedi”.
Nel corso della rassegna festivaliera agostana è stato presentato il lavoro di Anna Elena Pepe, Miss Agata, da lei sceneggiato, co-diretto (con Sebastian Maulucci) e interpretato, sulla sindrome post traumatica da stress a seguito di violenze di genere e stalking. È intervenuta l’assessore alle politiche sociali Emma Staine (citando Asimov: La violenza è ultimo rifugio degli incapaci) per ricordare l’evoluzione legislativa sulla tutela della donna relativamente ai reati di genere, ora non più morali ma rubricati come reati contro la persona.
Pepe: “Il mio film è una dramedy che inizia con un personaggio alla Bridget Jones per poi dare un messaggio importante, utilizzando l’humour per arrivare al cuore delle persone. Uno degli interpreti, Yahya Ceesay, era un richiedente asilo che ha avuto successivamente il permesso di soggiorno”.
A Reggio Calabria si è parlato di montaggio durante la masterclass condotta dal regista Francesco Colangelo e dal montatore Marco Spoletini e anche di detenzione con il fotoreporter Gianpiero Corelli, autore del progetto Domani faccio la Brava. Madri nelle cerceri italiane sulla reclusione femminile. Dal libro omonimo è stato tratto, oltre al corto, una mostra, con la testimonianza di donne che sono state ingannate e hanno commesso dei delitti, di donne ferite, con un trascorso difficile.
Corelli: “Racconto le storie di queste donne precluse dalla libertà momentanea. Al femminile ma costrette in un posto estremamente maschile, nato per gli uomini, in cui tutti i reati sono assieme. Per il film autoprodotto abbiamo impiegato due anni di lavoro, anche a testimonianza della disperazione sulla situazione delle carceri che ci poniamo come democrazia”.
Il Premio “Raf Vallone” alla miglior attrice emergente è stato assegnato a Ginevra Francesconi (interprete nel film Netflix di Cosimo Gomez Il mio nome è vendetta, con Alessandro Gassman) per il suo ruolo nel film d’esordio di Alessandro Grande Regina, girato in Calabria, l’unico film in concorso nella sezione ufficiale al 38° Torino Film Festival 2020.
Francesconi: “Ho iniziato a recitare a scuola e ho fatto sette anni di teatro. Mi sono trovata bene con Francesco Montanari”.
Di seguito i premi assegnati: per la categoria dei corti in concorso al “Millennial Movie”, il Premio della critica SNCCI è andato a Reginetta del regista Federico Russotto. Il Premio “Giacomo Battaglia - per il miglior attore” è stato attribuito a Roberto Zibetti, interprete nel corto Confessioni di Filippo Pax e Fred Cavallini; il Premio “Gianna Maria Canale - per la miglior attrice” è stato attribuito a Chiara Ferrara protagonista di Reginetta; il Premio “Rhegion - per il Miglior Film” è andato a Roy di Tom Berkeley e Ross White; il Premio “Mediterraneo - per la Miglior Regia” è stato vinto dal corto Cani di M. G. Naar e Andrea Banfi, mentre all’attore Ruben Santiago Vecchi è stato attribuito il Premio “Giovane promessa” per la sua interpretazione; il Premio della Giuria, presieduta da Mimmo Calopresti, è stato conferito a House Party di Simone Marino, mentre il Premio “Miglior film d’animazione” va a Caramelle di Matteo Panebarco.