E' qui la festa?

30/05/2024

“Sono le 22.43 del 22 aprile 2024 e l’Inter per la ventesima volta è campione di Italia”. Con queste parole di Repice, che all’orecchio del tifoso interista suonano come quelle di Armstrong durante l’allunaggio, l’Inter vince il derby contro il Milan e conquista la seconda stella. Piove a dirotto e ci sono 4 gradi, come fosse inverno , e – beffa delle beffe di un calendario che proprio i giornalisti rossoneri avevano definito “dispettoso”- è pure lunedì sera, ma i tifosi si riversano comunque in piazza a migliaia a festeggiare. Sono solo le “prove generali” per la festa ufficiale della seguente domenica, il 28, quando, dopo una gara casalinga, la squadra uscirà col pullman scoperto per un “passaggio d’onore” attraverso la città, da San Siro alla sede di viale della Liberazione, fino in piazza Duomo: sono previste 200mila persone e 5-6 ore di tragitto. Solo tra lo stadio e piazzale Lotto si conteranno 300mila tifosi e tre ore di tempo per arrivare: per tutta la giornata, dalle 15 all’una di notte, Milano si tinge di nerazzurro, con cori, folla in delirio lungo tutta la strada, fuochi d’artificio, tifosi che prendono d’assalto il metro per trasportarsi da un punto strategico del percorso all’altro, non sazi di vedere i propri giocatori e cantare con loro, in una kermesse che resterà nella storia della città. Terza festa, il 19 maggio, ultima gara casalinga del campionato. Una coreografia stupenda che non prende solo la curva ma l’intero stadio, la premiazione, Ligabue e Tananai (cantanti ma anche tifosi) che si esibiscono e dei bellissimi fuochi d’artificio. Il giorno dopo, squadra e gotha societario concludono la crapula con una festa privata presso il Castello Sforzesco.

Due giorni prima, il riconoscimento ufficiale da parte del Comune di Milano, con l’assegnazione dell’Ambrogino d’Oro. Il sindaco Sala è emozionato e un po’ “imbarazzato: perché oggi devo svestire i panni del tifoso e vestire un ruolo istituzionale, ma non posso dimenticare la passione che mi ha trasmesso mio padre, che aveva paura di viaggiare, eppure seguiva l’Inter ovunque”. E infatti i temi più cari al tifoso interista sono proprio questi: di padre in figlio, “te l’ho promesso da bambino”, “per tutti quei chilometri che ho fatto per te”, “giro l’Italia con te” recitano bandiere e cori della curva. “Questa seconda stella è solo un gradino della nostra storia, un punto di partenza più che d’arrivo” assicura la dirigenza. Parole che col senno di poi hanno un diverso significato: pochi giorni dopo, infatti, la doccia fredda per Steven Zhang, che cede le quote di proprietà a Oaktree. Per tifosi e management non cambia nulla, se non forse in meglio dal punto di vista della operatività, ma resta una lacrima in fondo a tanta gioia per il lato umano: grazie di tutto Steven, il presidente più giovane della storia del calcio italiano, e colui che, nell’arco di 8 anni, ha vinto di più con l’Inter.

Elena Aguzzi