Andiamo a scoprire, dalla fine, il cinema di Marco Risi, procedendo a ritroso fino ai film iniziali inseriti nel filone della commedia all'italiana. Risi, che sul set c’è stato col papà fin da piccolo, poi come aiuto-regista e sceneggiatore, debuttò ingaggiando Jerry Calà per la tripletta d’esordio. Il punto di rugiada, un titolo evocativo e poetico (con le poesie dello zio Nelo), è il suo ultimo lavoro del 2023 che rinforza la virata verso il cinema d'impegno sociale, dopo aver fatto dell'eclettismo di genere la sua cifra stilistica. Il punto di rugiada è un po’ anche un film politico: ambientato nel 2019 tratta di vecchi per parlare ai giovani. Lo recensisce nella monografia dedicata al regista Il cinema di Marco Risi (Edizioni Il Foglio, 2024, a cura di Davide Magnisi e Lorenzo Procacci Leone) Fabio Zanello, ultimo tra i saggi dedicati ai film di fiction, collocati nel libro in ordine cronologico. Aspettandoci presto una nuova opera, come Risi sa fare innamorandosi dei temi a lui più congeniali, spesso di attualità sociale, e lavorando con importanti scrittori (ricordiamo Grimaldi e Galliano), la monografia nel complesso pone l’accento sull'originalità della scrittura che si concretizza in lavori intellettuali dove le arti si compenetrano, stuzzicate da un tocco di ironia.
Dicevamo che saremmo partiti dalla fine in quanto la monografia prende in considerazione tutto il cinema di Risi, in questo senso, è un'opera completa e unica che si compone di tre parti: dopo il finto coccodrillo della prefazione di David Grieco (Marco Risi, un grande regista ancora da scoprire), due ampi saggi inquadrano il suo cinema: Marco Risi e la commedia di Valerio Caprara e Marco Risi, le metamorfosi del cinema d'impegno italiano dello stesso Magnisi. La seconda parte si compone dei venti saggi che incoronano quaranta anni di regia (1983-2023). Seguono, prima dell'accurata filmografia, dodici interessanti interviste a registi, attori, scrittori, produttori per completare l'amplissimo quadro risiano. Tra le interviste segnaliamo quelle a Enrico Vanzina (citiamo Il cinema dei fratelli Vanzina, a cura di Lupi, Magnisi, Bergantin, Il Foglio, 2022), Jerry Calà, Claudio Amendola, interprete dei suoi film più iconici, Sandro Petraglia (Il muro di gomma, 1991), sceneggiatore di molti film di successo, Aurelio Grimaldi, autore del libro Meri per sempre da cui il celebre Mery per sempre e co-sceneggiatore del sequel Ragazzi fuori, allo scenografo e regista Massimo Spano e ad attori come Giorgio Tirabassi e a Donatella Finocchiaro.
Punto nodale si attesta l'intervista di Magnisi a Marco Risi, andando a parlare dei progetti dei suoi film, della ricezione della critica, degli aspetti salienti rilevati dal critico cinematografico. Prima monografia frutto di un “atto di amore a più voci” (Beatrice Fiorentino, Roberto Chiesi, Mariangela Sansone, Ignazio Senatore, Frédéric Pascali, Saverio Marzaduri, Massimo Arciresi, Gordiano Lupi), è un'analisi critica completa su un regista determinato a raccogliere un'eredità, quella del padre Dino (di cui è stato anche sceneggiatore per Caro papà e Sono fotogenico), dando una sua forte cifra personale, artistica, intellettuale. La monografia è dedicata al compianto Andrea Purgatori con cui Risi ha intessuto una prolifica collaborazione di consulenza e incarichi di co-diretta sceneggiatura in occasione de Il muro di gomma e Fortapàsc. Un libro imperdibile per gli studiosi e i cinefili per capire globalmente il cinema del reale di Marco Risi.
Il cinema di Marco Risi - Edizioni Il Foglio, 2024, a cura di Davide Magnisi e Lorenzo Procacci Leone