
Quando si farà un grandioso musical sul passaggio dal cinema analogico su pellicola alla rivoluzione del digitale, allora forse ci si ricorderà, per difetto, della straordinarietà di Singin' in the rain, la commedia musicale tra i classici imperdibili di tutti i tempi. A settant'anni dalla sua nascita, il progetto di Stanley Donald e Gene Kelly, quest’ultimo vera star nel film e coreografo, non ha perso il suo smalto, anzi ha recuperato qualche anno sulla sua adultità con il restauro in 4K di Warner Bros e alla distribuzione della Cineteca di Bologna con il suo progetto Il Cinema Ritrovato. Non è solo il cast a fare la differenza o l’aspetto metacinematografico nell’epoca di grande rilancio del made in Hollywood della settima arte in formato musical; è la forza del musical che incarna un appassionato inno alla vita incoronato da una romantica e crescente, per intensità e conquista, storia d'amore. La scena più iconica rimane la serenata in solitaria al sentimento dell’innamoramento della stella del cinema muto Donald (Gene Kelly) che intona e balla il tip-tap, dondolandosi tra un lampione ed un altro, cantando il motivo che dà il titolo al film, sotto una pioggia scrosciante in mezzo alle pozzanghere e dopo aver lasciato sulla porta l'amata, l’attrice emergente Kathy (Debbie Reynolds, appena diciannovenne). Jean Hagen è particolarmente brillante nel ruolo della star del cinema muto la cui voce parlante è così stridula che deve essere doppiata per i dialoghi. Il film è divertente, spassoso, romantico, frenetico e lascia stupefatti per le scene di ballo, le interpretazioni canore (meravigliosa Good Morning cantata e ballata da Gene Kelly, Donald O’Connor e Debbie Reynolds) e lo sviscerato amore per il cinema, amplificati in un turbinio di colori, costumi e coreografie per 103 esilaranti minuti.