Sperimentazione e indipendenza al XIX Lago Film Fest 2023

22/08/2023

C’è un Festival che più che un luogo di cinema è una location suggestiva, naturale, lacustre e immersa nel verde, dove gli schermi fuoriescono dall’acqua e le rane con il loro gracidare fungono da colonna sonora alle proiezioni serali. La sua caratteristica principale, oltre alla coesione tra i membri dello staff organizzativo e la sicura direzione di Viviana Carlet che lo ha fondato assieme a Carlo Migotto, è la promozione del cinema indipendente: qui giovani registi, attori e figure tecniche di addetti si ritrovano per parlare del proprio lavoro di ricerca e sperimentazione. Anche quest’anno il Lago Film Fest si è svolto, dal 21 al 29 luglio, sulle sponde del Lago di Revine, nella provincia di Treviso dopo Follina ai piedi della Pedemontana Veneta, con molte novità: la prima è stata l’istituzione di una piccola sala all'interno di una vecchia casa nella parte storica di Revine, dove è stata proiettata per l’iniziativa Borgo espanso, in occasione della prima retrospettiva italiana, l’opera fiume fatta di piani-sequenza del regista filippino Lav Diaz, premio Leone D’oro alla Mostra di Venezia 2006 (The Woman Who Left - La donna che se ne è andata Ang babaeng humayo). Tra i talk più interessanti segnaliamo gli incontri con i registi (127 i film in concorso suddivisi in 9 sezioni provenienti da 44 Paesi), quello con Niccolò Falsetti, National competition Jury, regista del lungometraggio Margini e del mediometraggio prodotto dal Lago con ZERO Lago Film Fest – X+1 e la masterclass con Stefano Bessoni sull’animazione stop-motion. Sono stati due i focus più interessanti: Fantascienza cinese! e Giocattoli Per Adult3. Stimolazione visiva consapevole, due contenitori inediti con film che possono stare bene assieme.

Il Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici ha assegnato il Premio della critica a Le spectacle á mes yeaux di Carlo De Togni (Italia, 3’, 2023, Animazione, anteprima europea), un cortometraggio tratto da una biografia che condensa in una concisa visionarietà il mondo artistico di un pittore francese con la sua ricerca nelle figure vitali abitanti il mondo della Parigi nel periodo d’oro di più d’un secolo fa: “Per la capacità di animare visionariamente il mondo artistico di Toulouse-Lautrec, restituendo l’atmosfera di un’epoca spumeggiante, coinvolgendo lo spettatore mediante una tecnica che trova un sorprendente equilibrio tra realtà storica e dimensione fantastica”. I tre critici della Giuria hanno incontrato gli studenti universitari del Laboratorio di critica Caffex organizzato dal prof. Marco Dalla Gassa dell'università Ca’ Foscari di Venezia, segno di un’attenzione nei confronti dei giovani critici. Per approfondire come LFF sia Festival di cinema, progetto culturale, eco-sostenibile e sociale è possibile collegarsi a piattaformalago.org

 

Michela Manente