Vi capita mai ogni tanto di fermarvi a pensare ad una estate della vostra gioventù di cui avete solo bei ricordi, in cui pensavate di poter cambiare il mondo e in cui la vita vi sorrideva? A me succede di frequente, ed allora il mio pensiero corre a quella del 1970 e non posso fare a meno di tornare ad esaltarmi per le prodezze di Riva e compagni nella famosissima partita contro la Germania e a sorridere ripensando a tutte le ore passate davanti ad un mangiadischi ad ascoltare i miei dischi preferiti.
John Fogerty, Stu Cook e Doug Clifford, tre musicisti nati nei dintorni di Berkeley, città sino ad allora famosa per l’università e per la “Summer of Love”, non scorderanno invece mai l’ estate del 1970 perché la loro piccola band, formata quasi per gioco alla fine degli anni ‘50 e a cui successivamente si era aggiunto Tom, fratello maggiore di John, era probabilmente diventata, grazie anche allo scioglimento dei Beatles, il piu famoso fenomeno musicale del momento.
I Creedence Clearwater Revival, questo il nome della band, avevano infatti appena concluso il tour Mondo Bizzarro 1 che li aveva portati a suonare il 13 maggio in uno stipato Madison Square Garden e poi ad essere gli headliner del Summer Festival for Peace tenutosi il 6 agosto 1970, in occasione del 25 anniversario del bombardamento di Hiroshima, allo Shea Stadium di New York.
A tutto ciò si aggiungeva il fatto che il loro ultimo album, Cosmo’s Factory, uscito nel mese di luglio, aveva raggiunto il 22 agosto il primo posto delle classifiche rimanendovi per 9 settimane consecutive (il disco sarebbe stato poi con Bridge Over Troubled Water di Simon & Garfunkel, Led Zeppelin II, Deja Vu di CSN&Y ed Abraxas dei Santana uno dei LP piu venduti e belli dell’anno)
Il nuovo singolo Lookin’ Out My Back Door, scritta l’anno precedente da John Fogerty per il figlio Josh, era inoltre la canzone più trasmessa dalle radio di tutto il mondo e solo l’improvvisa ma purtroppo non inaspettata morte della loro amica Janis Joplin, con cui avevano condiviso il palco a Woodstock e allo Shea Stadium, aveva gettato un’ombra di tristezza sulla band.
Dopo un ultimo concerto tenuto il 19 settembre a Toronto, il gruppo decise di prendersi un breve periodo di riposo prima di registrare il nuovo album che avrebbe dovuto, secondo le intenzioni, consolidare la loro fama di più famosa rock band di quell’anno.
Quei giorni da passare con le famiglie, lontani dallo showbiz, avrebbero dovuto anche aiutare a stemperare le tensioni (che erano lentamente cresciute all’interno della band) causate principalmente dall’insoddisfazione del maggiore dei fratelli Fogerty per il ruolo ritenuto marginale all’interno del gruppo.
Le cose però non andarono come sperato ed una volta ritrovatisi a fine ottobre in studio per registrare le canzoni del nuovo album Tom comunicò la sua intenzione di abbandonare immediatamente la band. Nel corso di una drammatica riunione, chiamata successivamente da John Fogerty “the night of the generals”, il gruppo raggiunse un accordo in base al quale in futuro ci sarebbe stato il coinvolgimento di tutti sia nello scrivere e cantare le canzoni sia nella produzione musicale e nel management, mansioni sino a quel momento devolute unicamente a John.
Tom fu convinto, principalmente da Doug e Stu, a cambiare idea e dato che lo studio di registrazione era prenotato per un mese, c’era un impegno da mantenere con la label di pubblicare il nuovo album prima di Natale e nessuno aveva pronte nuove canzoni tranne John, venne deciso di comune accordo di demandare per l’ultima volta al più giovane dei fratelli Fogerty la produzione e la composizione dei brani del disco, che venne chiamato Pendulum per evidenziare il nuovo sound della band oscillante dal rock al rhythm and blues.
Il disco, registrato ai Wally Heider Studios di San Francisco da Russ Gary, venne pubblicato negli Stati Uniti il 9 dicembre mentre in Italia arrivò negli scaffali dei negozi specializzati a fine anno. Per la prima volta nella storia della band l’album non comprendeva cover ma solo brani scritti da John Fogerty e divenne disco di platino prima ancora della sua uscita grazie alle prenotazioni superiori al milione di copie. Negli Stati Uniti raggiunse il 5 posto della hot 200 di Billboard ma in quasi tutto il resto del mondo arrivò al top delle classifiche. In Italia si piazzo’ al quinto posto degli album più venduti nel 1971.
Le recensioni dei critici musicali furono abbastanza positive, ma non tutti apprezzarono il cambiamento di sound voluto da Fogerty e compagni, che abbandonarono in parte le sonorità che avevano fatto conoscere la band in tutto il mondo per avvicinarsi alle atmosfere care a Booker T & the M.G.’s.
Brani come Pagan Baby, Hey Tonight, Molina sono riconducibili ai precedenti successi del quartetto, mentre altri quali Born to Move e Sailor’s Lament si differenziano sostanzialmente dal passato grazie anche all’utilizzo di sax e organo Hammond.
Meritano un discorso a parte Chameleon, Hideaway e It’s just a thought in quanto sono dedicate da John Fogerty al fratello Tom certe volte con acrimonia (continui a cambiare la tua faccia come un camaleonte, se dico che un bicchiere è vuoto tu dici che è pieno) altre volte con affetto (lo sai, mi mancherai, coraggio datti una possibilità)
Anche la famosissima Have You Ever Seen The Rain (la canzone dei CCR più famosa e suonata sui social) parla dei giorni bui che stava vivendo la band: la metafora della pioggia che scende in un giorno di sole è riferita ai problemi che stavano nascendo all’interno del gruppo nonostante il successo commerciale ed i momenti felici.
https://www.youtube.com/watch?v=u1V8YRJnr4Q
John Fogerty ha rifatto successivamente la canzone una prima volta nel 2007 per la colonna sonora del film Evan Almighty (anche se il brano poi non fu utilizzato e fu pubblicato solo in un album di canzoni “inspired” dal film) e successivamente nel 2013 con Alan Jackson nell’album di duetti Wrote a Song for Everyone
John Fogerty aveva scritto quei testi perché aveva capito che la crisi che stavano vivendo i Creedence era irreversibile.
Tom infatti lasciò definitivamente la band all’inizio del 1971 per iniziare una carriera solista rivelatasi però priva di soddisfazioni.
I CCR, rimasti in 3, continuarono stancamente a fare concerti e ad incidere dischi non memorabili sino al loro definitivo scioglimento avvenuto nel 1972.
Pendulum, pur non essendo probabilmente il migliore prodotto del gruppo, è stato poi rivalutato nel tempo sia dai fan sia dalla critica e rimane tuttora un ottimo esempio di quella straripante musica che proveniva nella fine anni ‘60 inizi anni ‘70 dalla Bay Area di San Francisco.