Civil War
22/04/2024
di Alex Garland
con: Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Nick Offerman, Wagner Moura, Jefferson White, Stephen McKinley Henderson
Non ci racconta Alex Garland cosa sia accaduto all’America per averla scissa in due, come nella Guerra di Secessione. Quello che ci racconta, proiettandoci in un futuro non troppo lontano o in un presente distopico, nel film che è già divenuto fenomeno dell’anno, è la desolazione e l’orrore di un Paese bruciato e devastato, la confusione di non distinguere più i fronti e i nemici, non capire per chi si combatte, attraverso lo sguardo imparziale di un gruppo di reporter il cui compito è raccontare la verità, accompagnandoli nella loro discesa agli inferi.
Non importa mettere a rischio la propria vita, non importa la mostruosità a cui si assiste e in cui si sprofonda, l’importante è documentare, raccontare, il click che immortala la tragedia e la Storia. La pluripremiata fotografa Lee, il giornalista Joel e l’anziano reporter Sammy partono a bordo di un pick up attraverso un’America ormai martoriata dalla guerra civile e messa a ferro fuoco, verso Washington per catturare gli ultimi momenti del Presidente, prima che la Casa Bianca venga presa d’assalto. Con loro si imbarca di prepotenza la giovane Jessie, che ha Lee come idolo, ma ancora occhi innocenti per testimoniare lo strazio, il sangue, la paura a cui assistono.
Il loro allucinante viaggio attraverso le pallottole, le urla e le macerie è anche una graduale acquisizione del cinismo che trasforma i reporter in strumenti, osservatori muti davanti al trauma e alla morte in diretta. Parallelamente alla trasformazione di Jessie (Cailee Spaeny, che vediamo in questi stessi giorni sugli schermi nel ruolo completamente diverso di Priscilla) vediamo Lee (una splendida Kirsten Dunst) che mentre le fa scuola lascia che cedimenti di sentimento scalfiscano la sua corazza col rischio di tornare fatali.
Ogni connotazione politica sfuma per lasciare spazio ad uno scenario apocalittico che il regista mette in scena tra il rombo assordante della musica e degli spari, mostrandone l’insensatezza, con sequenze brutali, alternando il ritmo ad attimi in cui tutto tace e si ferma nel click e nel bianco e nero dell’istantanea fotografica.
Un film forte (ed anche per stomaci forti) diretto con stile e di cui si parlerà a lungo.
Voto: 8
Gabriella Aguzzi