Dungeons & Dragons - L'Onore dei Ladri

27/03/2023

di John Francis Daley, Jonathan Michael Goldstein
con: Chris Pine, Michelle Rodriguez, Regé-Jean Page, Justice Smith, Sophia Lillis, Hugh Grant, Jason Wong, Daisy Head

“Non è una favola della buonanotte”

Simon, lo stregone

Le parole affrante di uno dei membri dell’allegra brigata di Elgin l’Arpista trovano riscontro nel mondo fantastico immaginato e messo in scena dalla coppia di registi Goldstein-Daley che già avevano collaborato dietro la macchina da presa nelle pellicole Come ti rovino le vacanze e Game night - Indovina chi muore stasera?, infatti sono loro a firmare anche la sceneggiatura dell’ultimo film tratto dal gioco di ruolo più famoso del mondo, Dungeons & Dragons, coadiuvati da Michael Gilio.

No, non si tratta affatto di una favola della buonanotte, ma di una ricostruzione molto ben realizzata dell’universo rappresentato dal colosso del divertimento targato Hasbro, infatti la vicenda dei ladri il cui onore ricorre nel titolo prende le mosse dalla prigione in cui sono rinchiusi ad Icewind Dale e si concentra principalmente nella città di Neverwinter, temporaneamente schierata contro l’enclave di Smeraldo dei druidi, sorta di maghi della natura, che insieme agli altri posti citati dai personaggi, la Costa della Spada, la città di Baldur’s Gate e il regno Thay dei Maghi rossi costituiscono i Reami dimenticati (Forgotten Realms), ovvero appunto la geografia di D&D.

Al contrario della saga fantasy per eccellenza, Il signore degli anelli di Tolkien, c’è molta meno epicità drammatica e molta più ironia e leggerezza, nonostante la profondità di alcuni dei temi toccati all’interno della trama come la perdita, l’abbandono, la mancanza di fiducia o di autostima.

Elgin, il bardo capobanda, è originariamente un benefattore attivo senza macchia che cadrà nella tentazione di appropriarsi di alcuni beni restituiti alle comunità per via della povertà in cui viveva la sua famiglia, ma sconterà la sua avidità con la scomparsa della moglie e l’imprigionamento, il suo ravvedimento è il punto principale attorno a cui ruota la vicenda e già inizia con l’ammissione della sua colpa più grave: “aver sottratto il padre a mia figlia”.

Fra elfi, nani e tiefling, le scene migliori sono quelle più spassose, come il risveglio dei morti nel cimitero sacro della Tribù dell’Alce o il pesce mangiagatti (sic!), anche se sicuramente il paladino thaiano Xenk non approverebbe, suo il motto: “L’ironia è una lama che colpisce più chi la brandisce”. Degne di tutto riguardo anche quelle più prorompenti legate all’epica di questo mondo medievaleggiante e magico, come la barbara del gruppo, Holga, che si arma mentre combatte, l’enorme mongolfiera raffigurante il reggente che improvvisamente vomita oro sulla folla o l’impressionante incantesimo necromantico “La Morte che chiama”.

Sembra che gli autori vogliano trasmettere un messaggio forte e chiaro durante lo sviluppo della loro storia: mai arrendersi, infatti i piani cambiano in corso d’opera ma come assicura Elgin: “Non dobbiamo mai smettere di fallire perché appena finiamo abbiamo fallito”.

Molto buona la prova attoriale di Hugh Grant nei panni del comprimario malvagio, nonostante gli anni che passano sembra la sua espressività aumenti e la sua stessa ascesa da piccolo truffatore a reggente di una grande città sembra richiamare la storia di molti politici del mondo reale.

Anche se non è stato elaborato appieno il colpo di scena finale, quest’opera rimarrà cara a chi, come il sottoscritto, ha passato l’adolescenza a condividere con gli amici di scuola interi pomeriggi a tirare dadi fra manuali e mostri e intere nottate davanti al monitor del computer a finire i videogiochi della Bioware, però sono convinto risulterà piacevole anche a chi è a digiuno di D&D.

Il paladino di colore e il drago grasso in nome dell’ubiquità del politicamente corretto e le citazioni da altri generi come le balle di fieno dei più famosi spaghetti western sono elementi fuori luogo, ma alla fin fine, seppur dissonanti, risultano pecche facilmente perdonabili.

Voto: 7,5

Fabio Giagnoni