Gli Spiriti dell'Isola

02/02/2023

di Martin McDonagh
con: Colin Farrell, Brendan Gleeson

Martin McDonagh confeziona un altro gioiellino riconfermando il suo stile tutto personale, in sospeso tra storie e personaggi spaesati e amari e improvvise graffiate surreali di humor nero. Si ricompone così il trio di In Bruges, McDonagh alla regia e Colin Farrell e Brendan Gleeson in coppia sullo schermo: un altro piccolo gioiello, datato 2008 (recuperatelo subito se non lo conoscete!) che nelle sue tinte drammatiche anticipava l’estro narrativo e il clima surreale che pervadono anche questa commedia. 

Dietro un dialogo ilare nel suo essere costantemente ai confini con l’assurdo così come lo è l’intera situazione in cui i protagonisti sono avvolti (McDonagh è un mago della sceneggiatura e i Golden Globe lo premiano assieme all’interpretazione di Colin Farrell) si cela la desolazione di un microcosmo immerso nella solitudine e pervaso dalla superstizione. La scena è un'isola immaginaria al largo della costa irlandese (quanto più suggestivo il titolo originale The Banshees of Inisherin del fuorviante e semplicistico titolo italiano!), spazzata dai venti e desaturata nei colori, lambita da un mare tempestoso che la separa dal mondo, tanto meravigliosa nel suo scenario quanto piccola e gretta nel suo vivere quotidiano. Un’isola che vive di antiche tradizioni e abitudini dove le sole compagnie sono il ritrovo al pub e gli animali che cercano calore entrando in casa.

Padraic e Colm sono amici da una vita ma d’improvviso, inspiegabilmente, Colm dichiara di essersi stancato di Padraic, il quale non si capacita e diventa sempre più insistente nel tentativo di recuperare l’amicizia perduta. Sempliciotto e incredulo che l’essere considerato “un pezzo di pane” possa essere una nota negativa l’uno, colto dall’estro creativo e reso insofferente l’altro, i due si fronteggiano sui due sentieri che si biforcano tra la costa, le case e il pub, dove si consumano intere esistenze lontane dalla terraferma e dalla Storia. Il loro distacco si trasforma in una lotta ostinata che degenera fino a raggiungere le tinte più fosche. 

Il regista di Tre Manifesti a Ebbing realizza così un altro film che non sbaglia una battuta, non alza mai i toni, non indulge in sbavature, praticamente perfetto.


Voto: 8

Gabriella Aguzzi