Il primo giorno della mia vita
11/02/2023
di Paolo Genovese
con: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Gabriele Cristini, Sara Serraiocco

In “La vita è meravigliosa” l’Angelo Clarence mostrava a George Bailey come sarebbe stata la vita se lui non fosse mai nato. Qui un uomo misterioso appare a quattro suicidi mostrando loro sette giorni dopo la loro morte, sette giorni per decidere se davvero farla finita. Ma, a differenza del film di Frank Capra, l’opera di Paolo Genovese è pervasa dall’amarezza che dà l’interrogarsi sulla vita senza trovare risposte.
Il film di Genovese ha il coraggio di parlare di un tema delicato come il suicidio con il tocco originale che può avere un racconto magico e fiabesco ed allo stesso tempo con dignità e delicatezza. Se in alcuni punti stempera con la leggerezza della commedia in altri arriva a far male, indagando nelle pieghe del dolore. Perché c’è chi il dolore non lo vuole lasciare andar via e chi non ne conosce neppure la ragione.
Certo Il primo giorno della mia vita non è un film perfetto. Difficile tenere un equilibrio quando si sceglie una via narrativa come quella adottata da Genovese e in alcuni passaggi il film zoppica, in particolare quando tratta la vicenda della campionessa di atletica costretta su una sedia a rotelle interpretata da Sara Serraiocco. Ma la profondità con cui, come la misteriosa figura che ha il volto di Toni Servillo, ci conduce a riflettere sulla vita e la morte, l’incomprensione e la sofferenza,la possibilità comunque breve di essere felici, la fatica di sopravvivere, il continuo procedere della vita nella nostra assenza, pone questo film al di sopra di tante commedie che popolano i nostri schermi e lo assolve dai commenti negativi di molti critici.
Non vi è nulla di scontato nel film di Genovese, né di falsamente ottimistico. Non cerca facili soluzioni, prova ne è che il personaggio del motivatore di professione interpretato (come sempre con misurata bravura) da Valerio Mastandrea, è proprio quello che motivi non ne ha, né per vivere né per morire. Sospesi tra la vita e la morte i quattro vagano invisibili, accompagnati dal loro traghettatore senza nome, in una Roma fatiscente e quasi onirica.
Di dolente intensità Margherita Buy, una sorpresa il giovanissimo Gabriele Cristini. Non sveliamo il finale, lo scoprirete voi.
Voto: 7
Gabriella Aguzzi