Il ritorno di Casanova
30/03/2023
di Gabriele Salvatores
con: Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Antonio Catania, Alessandro Besentini, Bianca Panconi

Era da molto tempo che Gabriele Salvatores aveva l’idea di portare in scena Il Ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler, già dall’epoca delle regie teatrali. Ora ne ha fatto un film, anzi un doppio film, sfruttando il tema del doppio così caro a Schnitzler. Da una parte la storia di un Casanova invecchiato (Fabrizio Bentivoglio), perduto nel ricordo della sua vita di libertino e in un personaggio che non sa più replicare, dall’altra un regista (Toni Servillo) che ne ha diretto il film ma che non vuole più finirlo, lasciando tutto il compito nelle mani del montatore, perché la vita si è affacciata, irruente e inaspettata, a prendere il posto del film. E se la storia di Casanova finisce nel buio al regista si apre una porta nuova.
“La vita è a colori, ma il bianco e nero è molto più realistico” diceva Wim Wenders. Il film su Casanova è a colori, la vita di Leo Bernardi, seduttore che in Casanova si rispecchia e come lui avverte lo scorrere impietoso del tempo, è in bianco e nero. La sua arroganza è vista in maniera buffa, con grande dose di ironia, e Salvatores si diverte a mettere qualcosa anche di se stesso, dai propri dubbi e domande alla casa robotica che non risponde più ai comandi, alla battuta del giovane regista in ascesa rivale di Bernardi, “Sono cresciuto coi suoi film”, che fu veramente pronunciata da Sorrentino.
Mette veramente molto di quello che ama in questo suo ultimo atteso film Gabriele Salvatores: le suggestioni cinematografiche, da Barry Lindon di Kubrick a Fellini, e tutti i “film sui film” da Otto e mezzo a Effetto Notte, mette i suoi vecchi compagni del Teatro dell’Elfo Antonio Catania, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni come voce narrante, mette la musica barocca del 700 mescolata ai brani più inattesi. E del romanzo che racconta in modo crudele la vecchiaia rispetta battute e brani, ed il duello finale in cui due corpi, uno vecchio e uno giovane, si affrontano nella loro impietosa nudità e Casanova uccide la propria giovinezza.
E c’è l’amore, lo stupore sempre acceso per il Cinema. “Venite a vedere la lanterna magica” sente dire Casanova (e quanto questa scena omaggia e ricorda Il Casanova di Fellini!) e subito, con uno stacco di montaggio, ci troviamo alla Mostra di Venezia tra i flash del red carpet. In fondo “se non ci fosse la vita non ci sarebbe il cinema, ma se non ci fosse il cinema la vita sarebbe meno bella”.
Voto: 7
Gabriella Aguzzi