Il Sol dell’Avvenire
05/05/2023
di Nanni Moretti
con: Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Mathieu Amalric

L’8 ½ di Nanni Moretti. La storia di un regista in crisi umana e lavorativa e del film che fatica a realizzare, i suoi sogni e le sue visioni, un circo, la danza, la carrellata con tutti i volti protagonisti della storia. Ma non siamo davanti all’ennesima imitazione (o omaggio se preferiamo dire) di Fellini - al quale dedica anche la scena finale della Dolce Vita - perché Il Sol dell’Avvenire è un film di Moretti al 100%, forse anche un po’ la “summa” di Moretti e del suo Cinema. Ci sono tutte le sue ossessioni e fobie, ripetute con brillante autoironia (l’esilarante monologo contro i sabot e le pantofole, per dirne una, e l’idiosincrasia per l’esprimersi in modo non corretto), c’è il ricorrere dei temi a lui più cari (l’intonare insieme una canzone ascoltata alla radio), ci sono le canzoni italiane, belle, bellissime, perché il protagonista, alter ego di Moretti, mentre è in crisi sul set sogna di realizzare un altro film su una coppia accompagnato dalle canzoni, ed ecco che allora parte un altro film nel film sulle note di Tenco e De André. Ci sono i ritmi stralunati che hanno caratterizzato Ecce bombo, Palombella rossa, Sogni d’oro, il Moretti ritrovato dei primi tempi, e le riflessioni del Moretti più intimista e maturo. C’è soprattutto Nanni Moretti che si confessa apertamente con i dubbi e le disillusioni verso un Partito in cui ha sempre creduto, che vanno di pari passo con la crisi affettiva e famigliare del protagonista, e il suo regista specchio veleggia verso un finale drammatico che segna la fine di tutte le sue certezze per virare invece su un finale che cambia la Storia e spera ancora nel Sol dell’Avvenire.
Moretti strappa più volte il riso e il sorriso con uno humour sempre garbato e un po’ surreale (irresistibile la scena contro la violenza cinematografica), deride la pochezza di cinematografari, network e cultura che si disgrega al pari della politica lasciando il posto a frasi fatte, danza, palleggia e fantastica, mentre il film si fa sempre più visionario, per concludersi con una grande marcia a cui partecipano tanti attori amici, tutti protagonisti del suo e del nostro Cinema. Un film discontinuo, è vero, eppure coerente.
Voto: 7,5
Gabriella Aguzzi